Macron e la cocaina in treno. La bufala (rilanciata da Mosca) diventa virale sui social

Un fazzoletto si trasforma in busta e partono le accuse. L'Eliseo: assurda disinformazione

Macron e la cocaina in treno. La bufala (rilanciata da Mosca) diventa virale sui social
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È servita la secca smentita dell'Eliseo (con foto e debunking) per dissipare i dubbi sull'immagine che dal treno che ha accompagnava a Kiev i tre leader, sabato, in poche ore aveva fatto il giro delle redazioni e delle cancellerie. Inoculata in rete come un virus pronto a diffondersi via i social per oscurare i tentativi di ottenere da Putin il sì a un cessate il fuoco di 30 giorni - che sarebbe dovuto partire ieri vista l'accettazione di Zelensky e la compartecipazione di Trump alla richiesta - ha corso più veloce di un Tgv. Dai binari per Kiev attraverso quelli della disinformazione online. Fino ad arrivare negli Stetes con l'aiuto di Alex Jones, una delle figure di estrema destra più note del Paese.

Così, un fazzolettino stropicciato usato da Macron, e un innocente bastoncino di bambù tenuto fra le mani dal cancelliere Merz all'arrivo dei fotografi nel vagone, chiamati dagli stessi leader per immortalare il momento di unità (con anche il britannico Starmer), sono diventati un «cucchiaio da cocaina» e un sacchetto di droga. Una volta al Palazzo presidenziale, avviata la prova di forza pro-tregua, è partita la macchina della guerra ibrida per indebolirla. Screenshot su siti complottisti ipotizzavano cocaina furtivamente nascosta da Macron. Il presidente francese allunga la mano sul tavolo per togliere di mezzo in realtà un fazzoletto. Prima lo stringe nel pugno, così che non si veda in foto. Lo infila nella tasca dei pantaloni. Tanto è bastato affinché Macron diventasse un action figure su Instagram, con influencer complottisti pronti a sfruttare anche l'ultima moda di ChatGPT con cui si creano immagini di personaggi noti trasformati in pupazzi realistici giocattolo. In accompagnamento, hanno oggetti che raccontano passioni e stile di vita del raffigurato. Per lui, sono apparse buste di coca.

Se Jones afferma su X che Macron avrebbe lasciato in vista un sacchetto bianco di droga, in un post visualizzato oltre 20 milioni di volte il teorico della cospirazione grida allo scandalo e accusa pure Zelensky di essere un «noto cocainomane» (assente sul treno). La stampa russa si era già attivata: «Al ritorno da Kiev, sono comparsi all'improvviso i giornalisti: Merz e Macron si sono affrettati a nascondere misteriosi dispositivi, sorridendo imbarazzati», ha riferito il canale Pravda. Siti russi parlavano di «strana scoperta». Gazeta ha invece riportato la smentita dell'Eliseo: «Quando l'unità europea dà fastidio, la disinformazione arriva fino al punto da far passare un semplice fazzoletto per della droga, false informazioni diffuse dai nemici della Francia, siate vigili contro le manipolazioni», la replica francese alla fake news. Che però ha corso veloce, da Telegram a X fino ai vertici della Federazione. Prima la versione di Sergei Markov, politologo considerato amico di Putin: la «busta» era «cura per una malattia di cui Macron non vuole che tutti siano a conoscenza». Illazioni su vizietti e dimenticanze. Perfino sul canale Telegram di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, una ricostruzione irridente.

«Dopo aver spinto Zelensky a ordire un piano per far fallire l'accordo, come nella barzelletta, il francese, l'inglese e il tedesco sono saliti sul treno e... hanno tirato. Al punto da dimenticare di togliere i loro strumenti (sacchetto e cucchiaio) prima dell'arrivo dei giornalisti».

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