
Ucraina, referendum, nucleare condiviso, immigrazione, debito pubblico, patrimoniale, velo nello sport. Il presidente francese si è presentato ieri sera negli studi di Tf1. Due ore e mezza durante le quali Emmanuel Macron ha tratteggiato le «sfide che la Francia deve affrontare» nei due anni finali del suo secondo mandato. Si parte però da quella che l'inquilino dell'Eliseo chiama «la sfida delle sfide, restare liberi». Dalla «minaccia» russa («ha invaso e sappiamo che non si fermerà là, se la lasciamo fare») e dall'essere «solidali» con Kiev. «Aiutare l'Ucraina, ma non in un'escalation», spiega. Favorevole a dare armi, munizioni e finanziamenti considerevoli. Ma, scandisce, «abbiamo deciso di non impegnare le nostre truppe in modo diretto, non al fronte ma come dissuasione credibile, non possiamo fare la Terza guerra mondiale».
Sul registro delle cose urgenti e necessarie c'è il far tacere le armi da ambo le parti in modo incondizionato, come chiesto a Mosca col sostegno statunitense: se il Cremlino lo accetta, taglia corto il presidente francese, «pronto io a parlare con Putin dal giorno dopo del cessate il fuoco, in stretto coordinamento con Zelensky e i partner europei». Si guarda alla Turchia, domani: confermata la minaccia di nuove sanzioni Ue-Usa. Inefficaci, finora, fanno notare i due giornalisti in studio. «Le abbiamo sistematicamente adattate, abbiamo fatto il massimo, dal primo giorno abbiamo applicato sanzioni e ora vogliamo ottenere una tregua di 30 giorni in aria, mare e cielo allo scopo di negoziare». Se la Russia non accetta, si ragionerà «in stretta intesa» con gli Stati Uniti. Ma Macron resta cauto sul ricorso ai beni russi congelati; finora si usano solo gli interessi per pagare gli aiuti a Kiev. Parla di truppe di «rassicurazione». Ma se i russi attaccheranno anche in caso di cessate il fuoco controllato, i «Volenterosi» dovranno combattere? «C'è il cessate il fuoco - spiega il presidente - precario per definizione, e poi la pace. Quello che è stato proposto è un cessate il fuoco supervisionato dagli Stati Uniti con satelliti cattura-immagini per dire se e quando è sarà violato, e attribuire le responsabilità. Gli europei non saranno sulla linea del fronte, se ci sarà un mandato in seguito dell'Onu si discuterà. Intanto, se la Russia lo viola, la prima reazione sarà degli ucraini. Per questo continueremo a investire, formare, equipaggiare l'Ucraina, in Ucraina oggi si gioca la nostra sicurezza».
Il presidente torna sulla proposta di nucleare condiviso. Potrebbe essere schierato in Polonia: «Gli americani hanno bombe in Belgio, Germania, Italia, noi pronti a discutere con gli alleati, ma con le riserve che ho detto in passato, non finanziamo noi» e, in caso, «la decisione finale sarà sempre del presidente francese». Macron è convinto che «viviamo un momento di risveglio geopolitico».
Ma la crescita economica non decolla, gli fanno notare.
Può salire? E sui dazi, come la mettiamo? Intanto scorre un sondaggio secondo cui dal 2017, sua prima elezione, la Francia va male per il 69% dei cittadini. «Ho una parola per i produttori di cognac, andremo fino in fondo per tornare alla situazione di prima».
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