Macron punta tutto sul verde per (ri)conquistare la sinistra

"Stop plastica monouso e agli idrocarburi entro il 2050". Niente pienone, ma il presidente ha il 10% di vantaggio

Macron punta tutto sul verde per (ri)conquistare la sinistra

Ben più di un mandato all'insegna dell'ecologia. Quello annunciato ieri da Emmanuel Macron è un «cambio di paradigma». Il pratone di Marsiglia non si riempie: 4mila persone, per gli organizzatori. Molte di meno secondo la maggior parte degli osservatori terzi. Ciononostante, al mancato successo di pubblico, nel grande comizio al Porto Vecchio, Macron risponde riservando alla città dove ha vinto la gauche il suo discorso più verde degli ultimi anni: «140 milioni di alberi da piantare entro il 2030», «fine della plastica monouso», chiusura di «50 grandi discariche a cielo aperto in 3 anni perché inquinano l'aria e il paesaggio». «È possibile? Certo!».

Macron prova a convincere gli scettici. Promette un nuovo inizio, e un governo non più chiuso negli uffici parigini ma connesso ai territori, con «agenda ecologica e decentralizzazione massiva». Anzitutto un premier con delega all'Ambiente; poi «due ministri forti». Uno per la Pianificazione energetica con la missione di «fare della Francia la prima grande nazione a uscire da gas, petrolio e carbone»; un altro incaricato della Pianificazione ecologica territoriale, per non lasciare la Francia rurale a combattere in solitaria il costo di certe riforme e la transizione. «La politica dei prossimi 5 anni sarà ambientalista o non ci sarà». Greta Thunberg ha piazzato il suo zampino. E Macron, a una settimana dal voto per il bis, pianta tende per un ecologismo liberale che deve partire anche dalle aziende già alle prese col caro energia, a cui Marine Le Pen ha promesso un massiccio taglio dell'Iva. «La sfida è non fare meno economia per l'ecologia - dice Macron - ma un'economia più ecologica, non chiudere fabbriche ma rimpiazzare il vecchio col nuovo, neutralità carbonica entro il 2050 creando contestualmente imprese nei territori». E c'è l'impegno sulla carbon tax alle frontiere, per scongiurare «la concorrenza sleale ai nostri agricoltori e produttori».

Il comizio serve poi a sferrare bordate a Le Pen, che ha visto ieri sfilare una ventina di cortei anti-estrema destra in tutto l'Esagono: 9mila persone a Parigi, scontri con la polizia e decine di arresti. Macron, camicia bianca e cravatta scura, cita per nome la rivale cercando di demolire i propositi a debito e gli occhiolini écolo della sua contro-campagna: «Oltre che incompetente, è pure clima-scettica», tuona. I due sono allineati sul rilancio del nucleare francese; divisi dalle «eoliche in mare». Macron vuol investire nell'energia pulita; decuplicare quella solare e creare «50 nuovi parchi eolici entro il 2040». Le Pen, smantellare tutti i parchi eolici su suolo transalpino.

Dalla gauche di Jean-Luc Mélenchon che a Marsiglia ha sbancato, ai giovani (che non lo hanno scelto), il presidente è costretto ad aggrapparsi a ogni voto. Soprattutto ai milioni di indecisi che hanno preferito l'astensione al primo turno. Stampa quindi l'impronta ecologista sul mandato e invita a una «scelta di civiltà»; anche salutista. Per consolidare la mobilitazione verde, «istituiremo una giornata di unità nazionale, il quarto sabato di maggio, come la Festa della Musica», dice. Brigitte è con lui, in prima fila in occhiali da sole. Un'ora di comizio è sul «cambio di paradigma», parola rubata all'ex ministro Nicolas Hulot che nell'estate 2018 lasciò il governo accusando Macron d'aver fallito la missione verde.

Forte di un 54% dei sondaggi, oggi il presidente batterebbe l'avversaria di almeno 9 punti nella rosea rilevazione Ipsos. «L'inazione non mi appartiene», dice. Ma di inazione è stato di recente accusato proprio dai verdi all'Europarlamento. Il presidente promette quindi sforzi immediati per la purificazione dell'aria nelle scuole, ospedali, Rsa e uffici. Il 24 sarà «un referendum: pro o contro l'Ue, pro o contro l'ecologia, pro o contro la République». E sul velo, contesta il proposito BleuMarine di vietarlo. Contrariamente a quanto sostenuto nel 2017, Macron trova bellissima una donna «femminista e velata», basta non sia frutto di imposizione; 5 anni fa era invece una questione di sicurezza. Oggi rifugge le «paure».

Vuol «abbattere muri e barriere», «reinventare il territorio», «rifondare, 5 anni di rinnovamento» coinvolgendo anche l'Istruzione: dalla materna al liceo, delegati all'ecologia pronti a sensibilizzare gli studenti «anche sul piano alimentare».

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