Europa

"Macron sbaglia su Europa e Stati Uniti. Binomio inscindibile per le sfide future"

La presidente della Commissione Esteri del Senato: "È giusto che la Ue coltivi l'ambizione di autonomia. Ma noi restiamo con l'Occidente"

"Macron sbaglia su Europa e Stati Uniti. Binomio inscindibile per le sfide future"

Emmanuel Macron, di ritorno dalla Cina, ha dichiarato che «gli europei non devono essere vassalli degli Usa».

Stefania Craxi, presidente della Commissione Difesa ed Esteri del Senato, lei che ha sempre invocato un rapporto basato sulla lealtà e non sulla subalternità cosa ne pensa?

«È giusto che l'Unione coltivi l'ambizione di essere un soggetto con una sua autonomia, cosa che allo stato non è, specie in politica estera e di difesa. Cosa diversa, e tutt'altro che condivisibile, è ipotizzare un'Unione che sia altro dall'Occidente. Europa e Stati Uniti sono un binomio inscindibile, uniti da una comune storia, da valori e principi. E, soprattutto, dalle sfide del futuro. Dividere l'Occidente anche solo con sofismi linguistici, teorizzare una terzietà, o peggio, la neutralità dell'Ue dagli Usa, specie in questo frangente, non lo trovo né saggio né foriero di buoni auspici. Il divide et impera è parte della nuova strategia cinese».

Non crede che le parole di Macron, nel momento in cui è in corso il conflitto in Ucraina, possano indebolire la posizione dell'Europa?

«Sicuramente danno la stura a un antiamericanismo di maniera, che alberga anche nel nostro Paese e che nulla a che fare con l'interesse nazionale e europeo. Poi non vi è dubbio che le sue dichiarazioni, nonostante le opportune precisazioni dell'Eliseo, lascino spazio a molti interrogativi e facciano involontariamente da sponda a una certa propaganda. Ma voglio ricordare che sull'invasione dell'Ucraina l'Europa ha dato una riposta unitaria, proprio perché tutti i partner erano consapevoli che il conflitto ci riguardava, e non solo per un fatto di vicinanza».

Fonti francesi hanno interpretato le parole di Macron così: è necessario creare nuove opportunità di cooperazione per evitare lo scontro tra blocchi e promuovere un multilateralismo efficace.

«Il multilateralismo è nei fatti. Sfido chiunque racchiudere la complessità delle posizioni di alcuni grandi player internazionali in uno dei due blocchi. Piuttosto sarebbe utile impegnarsi per mettere in atto una riforma degli organismi internazionali, compreso il Consiglio di Sicurezza. Nel frattempo, la Francia potrebbe rafforzare il ruolo dell'Ue mettendo in comune il suo seggio permanente».

Ursula von der Leyen ha ammesso che le relazioni tra Ue e Cina sono diventate più difficili negli ultimi anni. Rafforzare i rapporti con Pechino potrebbe aiutare a individuare una soluzione per la guerra in Ucraina?

«Noi dobbiamo rafforzare il blocco occidentale. Cosa diversa è coinvolgere la Cina in un tavolo di pace. Ma la fine del conflitto non è un suo interesse perché, dopo un iniziale smarrimento, sta guadagnando dal conflitto in corso, sia in termini di spazi sia di influenza. La Russia è sempre più dipendente da Pechino, gli Usa sono occupati su più fronti e non solo nell'Indopacificocui prodest?».

L'altro fronte con cui oggi l'Italia deve fare i conti è quello del Mediterraneo. I flussi migratori rischiano di diventare ingestibili. Cosa si può fare e che tipo di dialogo si può instaurare con i Paesi di partenza e di transito?

«Le partite che si giocano in questa regione, compresa quella dei flussi migratori, vanno anche oltre la stessa Ue.

I flussi sono un'arma di destabilizzazione che può essere usata dai nostri rivali e gli stessi accordi con le realtà della sponda Sud sono indispensabili, risentono degli accadimenti internazionali e dipendono dalla capacità di movimentare risorse».

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