Macron vara la Greta-tax. Per chi viaggia in aereo rincari da 1,50 a 18 euro

Caccia ai voti verdi per il 2022: da gennaio sovrapprezzo ambientalista per chi vola

Macron vara la Greta-tax. Per chi viaggia in aereo rincari da 1,50 a 18 euro

Parigi Mentre in Italia ci si impicca sui rincari dei biglietti dei concerti, dovuti ai ticket nominali (idea di Di Maio & Co.), la Francia è pronta a far pagare un'ecotassa sui biglietti aerei. Già ribattezzata Greta-tax, ogni volo costerà da 1,50 fino a 18 euro in più. Il presidente Emmanuel Macron l'ha annunciata a partire dall'anno prossimo, «colpendo» solo i passeggeri che partono dalla Francia, esclusi decolli verso Corsica, Territori d'Oltremare e gli scali. Il ritornello è lo stesso degli ultimi mesi: combattere i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Solo che Macron aveva annunciato la chiusura di buona parte delle centrali a carbone, come primo segnale. Invece, i francesi si troveranno a pagare di tasca loro la «svolta» governativa ispirata all'attivista svedese.

La 16enne Thunberg ha girato mezza Europa in treno. Ha già convinto migliaia di giovani in tutto il mondo a non usare l'aereo. Meglio lo zaino in spalla, rotaie o trasporti condivisi. La Svezia, patria d'origine delle sue trecce, è alle prese con un vero e proprio «sciopero» di prenotazioni a cui hanno aderito migliaia di under 35. È il progetto «vergogna di volare», flygskam, diventato un hashtag, una di quelle parole di tendenza che accompagnano foto sui social. Singoli o carovane in partenza con mezzi alternativi che lo rivendicano con fierezza.

Ma i francesi, come l'hanno presa la Greta-tax? Air France parla di «misura incomprensibile». Niente paura, fa sapere la ministra Elisabeth Borne, sarà applicata «a tutte le compagnie». Il balzello frutterà circa 182 milioni di euro già a partire dal 2020 e i soldi spesi in «infrastrutture di trasporto più moderne e rispettose dell'ambiente»; buona parte per rinnovare la rete ferroviaria. Saranno, per così dire, redistribuiti in servizi.

A decidere la linea è stato l'inquilino dell'Eliseo, che dopo 8 mesi e più di gilet gialli in strada contro i rincari dei carburanti - poi cancellati - lancia un nuovo guanto di sfida alla popolazione. D'altronde Macron lo aveva detto a dicembre: non cambio rotta sulla lotta all'inquinamento. Ecco la nuova miccia ecologista: 1,50 euro in più per un volo in economica con destinazione Europa, 3 euro in più per quelli extra Ue; rialzi da 9 euro per le prenotazioni in business class nel Vecchio continente, 18 per chi vuol varcare i confini Ue trattandosi bene.

Certo, i pasdaran della «Macronia» dicono che sia un impegno di vecchia data del presidente. Ma visto come sono andate le europee, è evidente il tentativo di attrarre buona parte dell'elettorato verde che in Francia ha avuto il suo exploit lo scorso 26 maggio. Se escludiamo Marine Le Pen, i Verdi con un'alleanza a sinistra potrebbero gareggiare nella stessa categoria di Macron: il secondo turno presidenziale nel 2022.

Parigi intanto, giusto ieri, si è dichiarata in «stato di emergenza climatica». Perché anche la sindaca socialista Anne Hidalgo gioca una partita chiave, e il clima è argomento che attira e incuriosisce scontenti, indecisi e astenuti: alle municipali Hidalgo dovrà sfidare, più che il clima impazzito o l'inquinamento, un candidato di Macron. Prima volta nella «sua» Parigi. Non ci sta a farsi sfilare sotto il naso la bandiera di paladina della lotta al riscaldamento globale.

Lei, che ha lanciato il progetto verde e pedonale nel quartiere della Tour Eiffel, ha dato semi e spazi ai parigini per piantarsi insalata e gerani in terrazza, ha ampliato le «foreste urbane», si è lanciata nell'idea di «tener fede agli obiettivi degli accordi di Parigi» del 2015 con la creazione di «un'Accademia del clima». Una specie di co-working per volontari e volontarie. Emuli della giovane Greta che, per ora, a Parigi latitano. La domanda è: chi vorrebbe il proprio nome abbinato a una tassa?

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