Madonna di Trevignano. La truffa della veggente

La Procura di Civitavecchia apre un fascicolo sulla Cardia, denunciata da un maxi-donatore

Madonna di Trevignano. La truffa della veggente
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Una truffa della madonna. Alla fine è scattata un'indagine contro Gisella Cardia, la presunta veggente di Trevignano, alle porte di Roma, che è riuscita a raggirare migliaia di fedeli lasciando loro credere che una statuetta della Vergine Maria acquistata per pochi euro durante un pellegrinaggio a Medjugorje lacrimasse sangue e che comunque la stessa Madonna le apparisse regolarmente. Una vicenda piena di lacune e sulla quale anche il Papa si era espresso con diffidenza. Ieri è arrivata l'iscrizione nel registro degli indagati per Gisella Cardia e per il marito Gianni, che gestiscono la Madonna di Trevignano Ets, la società che raccoglie le donazioni dei credenti (e un po' creduloni). Tra le tante, quella particolarmente ingente di Luigi Avella, un uomo di 70 anni, pari a 123mila euro. È stato lui a denunciare la coppia e a spingere la Procura di Civitavecchia ad aprire l'inchiesta. Secondo quanto riportato ieri dalla trasmissione Mattino Cinque la Procura avrebbe attivato una squadra mista di due forze di polizia per approfondire la vicenda e lo stesso Avella, assistito dall'avvocata Lara Serao, sarebbe stato ascoltato per tre ore dagli inquirenti.

La controversa vicenda della Madonna di Trevignano ha avuto inizio nel 2016 quando Gisella Cardia (al secolo Maria Giuseppa Scarpulla), un'imprenditrice siciliana di 54 anni con alle spalle una condanna a due anni sospesa per la bancarotta di un'impresa di ceramiche a Patti, e poi trasferitasi sul lago di Bracciano, ha preso a radunare ogni mese in un terreno vista lago una folla via via crescente di fedeli a cui racconta di possedere una statuina della Madonna che il 3 del mese si riempie di stimmate sanguinolenti e questo accade anche alla veggente stessa. Non solo: la Vergine le consegna messaggi per i seguaci e questa sorta di whatsapp divino diventa il clou di questi incontri periodici. Con il tempo i summit diventano sempre più numerosi, la narrazione della Cardia sempre più elaborata, il tono sempre più profetico, la massa in scena sempre più complessa e dunque costosa. Per questo la «veggente» chiede ai fedeli soldi per acquistare le panche, le immagini sacre, la statua in cima alla collina, tutto l'armamentario destinato a suggestionare e intimidire i fedeli (e a convincerli ad aprire il portafogli).

Poi arriva il momento dei miracoli, per la verità soltanto raccontati: un ragazzo colpito da un proiettile e guarito dopo essere stato avvolto nella sciarpa con cui la donna frequentava i raduni della Cardia, perfino la moltiplicazione della pizza in una teglia destinata a sfamare la Cardia con alcuni seguaci. Qualcuno dei quali a un certo punto invece dell'intenso profumo emanato dalle stimmate della donna, ha preso a percepire la puzza della truffa.

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