Magyar, l'anti-Orbán guida la marcia dei centomila

Maxi-corteo a Budapest: "Viktor dimettiti". Scende in campo l'astro nascente dell'opposizione al premier. Ecco chi è

Magyar, l'anti-Orbán guida la marcia dei centomila
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Due mesi per mettere in pista un partito non di sinistra che correrà alle europee, organizzare la terza manifestazione contro il governo magiaro e attirare le attenzioni della comunità internazionale contro un sistema che definisce «ultra corrotto». Lo ha fatto Peter Magyar, il nome nuovo della politiche ungherese, avvocato fino a poco tempo fa vicino al governo, capace di mobilitare ieri a Budapest decine di migliaia di persone scese in piazza contro Viktor Orbán. Proprio dinanzi al palazzo del Parlamento, Magyar ha tenuto un discorso che sa tanto di discesa in campo e soprattutto di rupture rispetto al premier in carica ormai da più di 20 anni: ha accusato il governo di «potere corrotto», di avere paura nel vedere l'unità degli ungheresi, chiedendo che la parola torni al popolo. L'ha definita una «Marcia Nazionale» per costruire un Paese moderno, libero e democratico.

Ma chi è Magyar e soprattutto perché la sua iniziativa politica è scattata proprio ora? Già ai vertici di alcuni consigli di amministrazione di diverse aziende statali, ha lavorato come avvocato nella rappresentanza ungherese presso l'Ue. Pochi giorni fa ha pubblicato una registrazione in cui la sua ex moglie ed ex ministro della Giustizia, Judit Varga, accusava l'inner circle orbaniano di aver nascosto le prove di casi di corruzione che hanno interessato alcuni ministri. La donna si è dimessa dopo che era venuto alla luce un caso accaduto 12 mesi fa quando, ancora ministra, aveva avallato l'indulto deciso dall'allora presidente Katalin Novak a un uomo che aveva coperto atti di pedofilia. Secondo Magyar era stato Orbán a volere la grazia e oggi l'avvocato dice di non voler essere associato ad sistema in cui «i veri autori si nascondono dietro le gonne delle donne».

Ma c'è di più, perché in quei giorni Magyar aveva chiesto le dimissioni del procuratore capo Péter Polt e in seguito la Procura rifiutò l'accesso agli atti investigativi. «D'ora in poi nulla sarà come prima ha ammonito Magyar -. In poche settimane abbiamo fatto qualcosa che non aveva precedenti dai tempi del cambio di regime, partendo da un piccolo garage, abbiamo scosso lo status quo politico ventennale».

Per le strade di Budapest la gente ha cantato a squarciagola «in piedi, ungheresi! Non avere paura!», alla presenza tra gli altri del pluripremiato attore ungherese Bálint András che dal palco ha recitato la poesia di Miklós Radnóti «Nem tudhatom», di Ervin Nagy e di Péter Keresztesi.

Tra gli speaker anche il pastore Zoltán Tarr, il quale ha affermato che «senza chiese cristiane sane non esiste una società sana» e il sindaco di Szigetszentmiklós, János Nagy, secondo cui la società ungherese si sta svegliando da un sogno trentennale. Prossima manifestazione il 5 maggio, giorno della festa della mamma: è al pubblico femminile che Magyar si rivolgerà, parlando di diritti, famiglia e futuro dei figli degli ungheresi.

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