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"Mandiamo in patria i detenuti stranieri per svuotare le celle"

Il sottosegretario alla Giustizia Delmastro: "Accordi con i Paesi d'origine. Tossicodipendenti in clinica e meno custodia cautelare"

"Mandiamo in patria i detenuti stranieri per svuotare le celle" Esclusiva

Dopo l'evasione dei sette ragazzi dal carcere minorile Beccaria di Milano, è rimbalzato il dibattito sull'esecuzione della pena in Italia. Ne abbiamo parlato con il sottosegretario alla Giustizia di Fdi, l'avvocato Andrea Delmastro.

Onorevole, torna l'allarme sulla condizione delle carceri italiane, come pensate di risolverlo?

«Abbiamo ereditato una situazione esplosiva. Noi innanzitutto abbiamo la necessità su 190 carceri di trovare 190 direttori e 190 comandanti, e li troveremo. Come di aumentare educatori e psicologi per evitare i suicidi. Poi serve un intervento serio sull'edilizia penitenziaria».

E per ridurre il numero dei detenuti?

«Non siamo indifferenti a interventi per contrastare il sovraffollamento, ma non partendo da qualsiasi tipologia generica di detenuto, ma da quelli in carcere per tossicodipendenza. Per chi vuole sottoporsi alla disintossicazione faremo ponti d'oro per consentirgli di avere un'alternativa alla detenzione presso le strutture di comunità. Peraltro con un notevole risparmio per lo Stato: se un detenuto ci costa 137 euro al giorno, quello tossicodipendente ce ne costa 180. Mentre ricoverarlo in case di comunità costa 80 euro a tossicodipendente. Ho parlato a lungo anche con il ministro degli Esteri ipotizzando in tutti i trattati bilaterali internazionali la possibilità, come avviene per l'Albania, che il detenuto possa scontare la pena nel paese di provenienza anche senza il suo consenso. Cosi avremmo già risolto il sovraffollamento. Se ci sono 19mila detenuti stranieri per 137 euro al giorno per 365 giorni, mandandoli nel Paese di provenienza io ogni anno ho trovato soldi per costruire nuove carceri».

E per gli agenti di polizia sottorganico?

«Anche aumentare l'organico di polizia penitenziaria serve per umanizzare la pena, migliorando il servizio. Non essendo figli di un dio minore rispetto ai colleghi delle forze dell'ordine, anche la polizia penitenziaria andrà dotata di taser per contenere gli eventi critici».

Un altro grande gruppo della popolazione penitenziaria è costituito dai detenuti in custodia cautelare, come i ragazzi evasi dal Beccaria per cui non era ancora iniziato il processo. Pensate di intervenire?

«La custodia cautelare oggi in Italia è smodata anche solo per aspetti statistici agghiaccianti rispetto al resto d'Europa. A volte anche a fini snaturati rispetto all'esigenza di sicurezza, ma per ottenere una confessione. Va rivista prevedendo un intervento che renda meno discrezionale il ricorso agli arresti preventivi, ma noi di Fratelli d'Italia rimaniamo contrari a ciò che prevedeva il referendum che evitava la custodia in caso di rischio reiterazione, che è invece l'unico modo per fermare spacciatori e stalker».

Pensa che il ministro Nordio possa riuscirci?

«È un suo impegno di vita e siamo convinti che sia la persona adatta a intervenire in maniera chirurgica su questo abuso, non deprivando la magistratura di un importante strumento per contrastare pericoli di carattere sociale ma avendo un approccio liberale alla giustizia italiana. Nel centrodestra lo sosterremo tutti».

Che ne pensa del Papa che nella lettera inviata ai capi di stato in vista del Natale ha chiesto un «gesto di clemenza verso quei nostri fratelli e sorelle privati della libertà che essi ritengano idonei a beneficiare di tale misura»?

«Sono cattolico ma non uso la fede religiosa quando faccio politica.

Altrimenti poi che dobbiamo immaginare una clemenza anche per le feste islamiche? Se invece il Papa intende un appello per rendere le pene più umane sono d'accordo».

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