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"Le manette sono una barbarie". E Travaglio impazzisce

Duro scontro in tv tra la giornalista Marianna Aprile e il direttore del Fatto Quotidiano. Lei definisce "barbarie" l'esibizione delle manette in prima pagina, lui diventa paonazzo e strepita: "Barbarie è chi deruba i concittadini"

"Le manette sono una barbarie". E Travaglio impazzisce

Durissimo scontro nell'ultima puntata di "Otto e Mezzo", su La7, tra la giornalista Marianna Aprile e Marco Travaglio. Gli animi si sono accesi quando la discussione si è spostata sul tema dell'inasprimento delle pene per gli evasori deciso dal governo, che il Fatto Quotidiano, di cui Travaglio è direttore, ha festeggiato di recente con l'esibizione delle manette in prima pagina e il titolone "Manette a chi evade più di 50mila euro". Una scelta, quella del giornale manettaro, che è stata duramente condannata da Aprile.

La giornalista di Oggi ha definito l'ostentazione delle manette "una cosa indecente. C'è sempre una presunzione di innocenza. Prima di vedermi sbattuta in prima pagina con le manette, dovrei essere prima processato e condannato, altrimenti è la barbarie". Poi un riferimento ad alcune vicende del passato: "Non vedo - ha affermato Aprile - erché si debba tornare indietro o addirittura aspirare al modello americano con l'esibizione delle manette. Ricordiamo la foto di Enzo Tortora, Mani Pulite...". A quel punto Travaglio è letteralmente esploso: "Mani Pulite era una barbarie?", ha chiesto il direttore del Fatto. Ma l'interlocutrice non si è fatta intimidire: "Ripeto, non sta ai giornali sancire la colpevolezza di un indagato, ma ai tribunali. È una regola base del vivere civile".

Chiaramente non condivisa da Travaglio, che ha gridato alla collega: "Succede continuamente, solo che tu te ne accorgi solo quando c'è un politico". Al che Aprile ha replicato: "Perché noi (giornalisti, ndr) abbiamo l'obbligo di pixellare le foto della gente in manette che pubblichiamo? C'è una regola che stabilisce - ha precisato la giornalista - che l'indagato non va esibito quando è in uno stato di debolezza legato a una presunta colpa, altrimenti è una barbarie giudiziaria e si viene meno a uno dei principi fondamentali della Costituzione". La stessa Costituzione che, a dire di Travaglio, è la "guida spirituale" del Fatto. Ma non, evidentemente, sulla presunzione di innocenza sancita dall'art. 27 comma 2 della Carta.

"La vera barbarie - ha urlato Travaglio - è che ci siano milioni di persone che derubano milioni di concittadini". "Ma non sta a lei deciderlo, bensì ai tribunali", ha provato a farlo ragionare Aprile. Ma niente da fare. L'ex firma di Espresso e L'Unità ha ripreso la parola affermando che "L'altra barbarie è che Renzi abbia stabilito delle soglie mostruose sotto cui non si viene neppure indagati, altro che esibizione degli indagati.

Perché - la domanda retorica di Travaglio - non fanno una legge che dice che posso entrare in casa tua e rubarti solo lo stereo e la tv? Perché fanno le soglie di impunità solo per gli evasori fiscali? Questa è la barbarie".

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