Manovra, Grillo chiama Di Maio: "Reddito di cittadinanza? Lo voglio anch'io"

Il capo politico del M5S riceve le telefonate di Davide Casaleggio e di Beppe Grillo. Che si sono complimentati con lui per i risultati politici ottenuti nelle ultime ore: "Reddito di cittadinanza e quota cento? Uno dei più grandi traguardi del movimento"

Manovra, Grillo chiama Di Maio: "Reddito di cittadinanza? Lo voglio anch'io"

"Lo voglio anch'io", gli avrebbe detto, scherzando, dall'altro capo del telefono, riferendosi al reddito di cittadinanza. Così, mentre la manovra economica ancora non vede la luce e si addensano nubi all'orizzonte per una raffica di tasse senza precedenti, Beppe Grillo ha scelto di complimentarsi con Luigi Di Maio per le vittorie del Movimento 5 Stelle delle ultime ore. Per il comico genovese, infatti, il risultato politico raggiunto in queste ore rappresenterebbe per i pentastellati "uno dei più grandi traguardi". E avrebbe aggiunto: "Sono fiero, orgoglioso di questo risultato". E, mentre i due scherzano e si divertono tra loro, nel Paese aumenta la preoccupazione sui danni che genererà la legge di Bilancio una volta approvata.

La chiamata di Casaleggio

Poco prima del comico genovese, lo avrebbe chiamato da Dubai anche Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del Movimento 5 Stelle, Gianroberto, e presidente della piattaforma Rousseau. Atterrato negli Emirati Arabi per partecipare al "The Globe Blockchain Congress", Casaleggio, per prima cosa, avrebbe telefonato al leader del M5S proprio all'indomani del parere da parte dell'Unione europea sulla manovra e sullo scampato pericolo della procedura di infrazione.

I risultati di Di Maio (secondo Casaleggio)

Il presidente di Rousseau avrebbe riconosciuto a Di Maio "la vittoria di aver ottenuto reddito di cittadinanza e quota cento". Due misure diventate irrinunciabili per il M5S. Perché, secondo il presidente di Rousseau, se il capo politico pentastellato non avesse tenuto il punto, forzando la discussione interna al governo per ottenere le due misure bandiera, difficilmente si sarebbe potuto portare a casa il risultato. E anche se il rapporto deficit/Pil, in seguito, è stato limato, scendendo da 2,4% a quel 2,04% sul quale si è poi chiuso l'accordo con l'Europa, i vertici sarebbero soddisfatti del lavoro svolto da Di Maio.

Fonti interne al movimento, poi, avrebbero confermato e rimarcato la posizione secondo cui le risorse, all'interno del ministero dell'Economia e delle Finanze, sarebbero state sufficienti e, soprattutto, che sarebbero state trovate.

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