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Il mare restituisce altri corpi, 63 le vittime accertate. Stretta sugli scafisti: "Chiesti 8mila euro a persona"

Il racconto choc dei superstiti: "Il motore ha fatto fumo, i trafficanti sono scappati"

Il mare restituisce altri corpi, 63 le vittime accertate. Stretta sugli scafisti: "Chiesti 8mila euro a persona"

Un elicottero segnala un corpo. Un sub della Guardia costiera di Messina si tuffa. Lo raggiunge e lo trascina fin sulla spiaggia. È uno dei cadaveri recuperati ieri. Il giorno dopo il naufragio di un barcone in legno tipo caicco dinanzi alle coste calabresi di Steccato di Cutro (Crotone), nel quale hanno perso la vita almeno un centinaio di persone, tra cui una ventina di neonati e bambini, il litorale è uno scenario di guerra. I relitti campeggiano ovunque. Sul bagnasciuga, in acqua. Ed emergono alcuni effetti personali di chi, forse, non c'è più. Come un triciclo che avrebbe dovuto accompagnare un bimbo nel suo nuovo cammino.

Si aggrava il bilancio delle vittime accertate. Sale a 63 col recupero di un corpo in mare a 400 metri dalla riva, uno restituito dalle acque in spiaggia, un altro a Le Castella, che si trova a 3,5 miglia marine dal luogo della tragedia. L'ultimo ripescato è quello di una ragazzina di 14 anni. È vivo il migrante ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Crotone. Ieri era circolata la notizia della sua morte, poi smentita. Mezzi aerei e navali della Guardia costiera di Crotone, che coordina le operazioni, della Guardia di finanza e dei vigili del fuoco proseguono le ricerche, confidando in un mare più calmo rispetto al giorno della tragedia, quando le onde, alte anche 7 metri, si sono abbattute sul barcone partito 4 giorni prima da Izmar, in Turchia, spezzandolo in due, forse dopo averlo sospinto fin sulla secca. Qualcuno sostiene che sia andato a sbattere contro gli scogli. Non è chiaro ancora quanti passeggeri ci fossero a bordo. Forse 180, forse 200, qualche testimone parla di 250 persone. I superstiti sono 81. Provengono da Irak, Iran, Afghanistan e Siria. La polizia scientifica sta curando le attività identificative. Essendo soprattutto nuclei familiari, ognuno di loro ha perso un congiunto. C'è un uomo che piange quattro morti: la moglie e i figli di 5, 9 e 11 anni, c'è chi urla il nome del proprio bambino. Dei superstiti, ospitati al Cara di Isola Capo Rizzuto, tre sono stati condotti in carcere.

Le indagini sugli scafisti, che già il giorno del disastro in mare avevano portato all'arresto di un 50enne turco, in ospedale perché positivo al Covid, hanno accertato che nel viaggio sia stato aiutato da tre pakistani. Tutti sono accusati di omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Per la Procura hanno preteso 8mila euro da ogni migrante per il viaggio, i risparmi di una vita. Si indaga anche su un'altra persona che si sarebbe allontanata dalla spiaggia dopo essersi messa in salvo. Erano momenti concitati in cui i pescatori e alcuni residenti del luogo tentavano di aiutare i soccorritori, per cui il particolare dell'allontanamento di un soggetto è emerso solo dopo. «Il motore ha fatto fumo e gli scafisti sono scappati», racconta un sopravvissuto. Il contrasto agli scafisti è un problema internazionale. Ci stiamo lavorando», ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. «L'Europa? Sto andando in Francia» dove incontrerà l'omologo francese. E ha aggiunto «La disperazione non può giustificare viaggi che mettono in pericolo la vita dei propri figli».

Davanti al palazzetto dello sport di Crotone, dove sono adagiate le bare, l'una accanto all'altra, tra cui quelle bianche che accolgono i corpicini dei bambini, la gente lascia dei fiori, un biglietto, recita una preghiera.

Proprio lì davanti c'è stato l'abbraccio simbolico del vescovo Francesco Savino, vicepresidente della Cei, e dell'imam Bashar che guida la comunità musulmana di Crotone.

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