Politica estera

Un martedì di paura. Trump in arresto (ma senza manette) col rischio incidenti

L'ex presidente si presenterà in tribunale: "Pronto a combattere". Nessun inquilino della Casa Bianca aveva mai ricevuto una incriminazione

Un martedì di paura. Trump in arresto (ma senza manette) col rischio incidenti

New York. Superato lo «shock» iniziale Donald Trump è passato al contrattacco e si è detto «pronto a combattere». Il tycoon, dopo che giovedì pomeriggio un gran giurì di Manhattan ha votato la sua incriminazione per il suo ruolo nel pagamento di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels per mantenere il silenzio su una loro vecchia relazione, sarà il primo ex presidente della storia americana ad affrontare accuse penali. Accuse che non sono ancora state rese note, ma secondo i media Usa si tratta di 34 capi di imputazione di frode aziendale.

A Mar-a-Lago il team di The Donald e lo stesso ex inquilino della Casa Bianca sono stati colti alla sprovvista, convinti che mancassero ancora diverse settimane prima di una qualsiasi azione da parte del gran giurì. Tuttavia Trump ha cercato di ostentare normalità e a poche ore dalla notizia si è presentato a cena in pubblico nel resort in Florida con la moglie Melania e i genitori dell'ex first lady. Allo stesso tempo si è scagliato contro l'incriminazione, definendola «una persecuzione politica e un'ingerenza nelle elezioni». «Da quando sono sceso dalla scala mobile della Trump Tower i democratici della sinistra radicale sono stati impegnati in una caccia alle streghe per distruggere il movimento Make America Great Again», ha spiegato, citando quelli che secondo lui sono le passate persecuzioni politiche subite: «La bufala dell'impeachment parte 1, la bufala dell'impeachment parte 2, il raid illegale e incostituzionale di Mar-a-Lago e ora questo».

Trump si è detto convinto che «questa caccia alle streghe si ritorcerà contro Joe Biden in modo massiccio. Il popolo americano capisce esattamente cosa stanno facendo i democratici della sinistra radicale». Una fonte delle forze dell'ordine ha rivelato a Fox News che l'udienza in cui dovrà presentarsi l'ex presidente è stata fissata martedì alle 14.15 ora locale, le 20.15 in Italia. L'avvocato del tycoon, Joe Tacopina, ha spiegato che stando ad un accordo raggiunto con l'ufficio dell'accusa non sarà ammanettato quando si costituirà in tribunale e inoltre non accetterà il patteggiamento perché «non c'è alcun crimine». Verranno invece rispettate le procedure standard, dalle impronte digitali alle foto, prima del probabile rilascio, ma non è chiaro se entrerà da un ingresso secondario nell'aula dell'edificio al 100 di Centre Street, a Lower Manhattan.

I dettagli sulla logistica sono stati discussi ieri pomeriggio in un incontro tra i Secret Service (incaricati della protezione dell'ex presidente), il dipartimento di polizia di New York, l'Fbi, funzionari del tribunale dello Stato di New York e dell'ufficio del procuratore distrettuale. Le autorità, comunque, già da giorni hanno rafforzato le misure di sicurezza intorno alla corte di Manhattan contro eventuali proteste o incidenti legati all'incriminazione. Secondo diversi osservatori, tuttavia, il caso sul pagamento a Stormy Daniels sarebbe la più debole tra le diverse indagini avviate contro Trump, da quella in Georgia sulle interferenze elettorali a quella sui documenti top secret trovati a Mar-a-Lago, passando per l'inchiesta sul 6 gennaio. E ancora il processo civile in cui le autorità della Grande Mela lo accusano di aver mentito a banche e assicurazioni gonfiando il valore dei suoi asset di miliardi di dollari.

Nel frattempo, come previsto, The Donald sta cercando di sfruttare al massimo l'occasione di mostrarsi come vittima di una persecuzione politica, e meno di un'ora dopo la diffusione della notizia dell'incriminazione, la sua campagna per la rielezione alla Casa Bianca ha lanciato una raccolta fondi affermando, in una mail ai sostenitori: «La sinistra pensava di poterci spezzare con l'ennesima caccia alle streghe, ma si sbagliavano di grosso».

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