da Roma
Che Guido Crosetto si sarebbe presentato al Quirinale con un dossier piuttosto corposo lo si era capito già la scorsa settimana, quando - durante il question time alla Camera - il ministro della Difesa aveva annunciato un "documento di lavoro" in cui delineare le linee guida per far fronte alla guerra ibrida messa in campo non solo dalla Russia, ma anche da Cina, Iran e Corea del Nord. Un piano ad ampio raggio, da condividere con Nato e Ue, e che - tra le altre cose - prevede la costituzione di un centro di comando per la difesa cyber con una capacità iniziale di circa 1.200-1.500 unità operative dotate di adeguata tutela giuridica per il personale civile e militare. Perché, ha spiegato ieri mattina Crosetto durante le consultazioni interministeriali Italia-Regno Unito nel formato "2+2" (alla videoconferenza era presente anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani), "la minaccia ibrida non è fatta di episodi isolati, ma di una strategia che mira a colpire infrastrutture, opinione pubblica, economia e coesione sociale" ed è per far fronte a questo che "l'Italia sta lavorando a un'iniziativa che auspichiamo possa essere condivisa da tutti i Paesi europei". Un progetto che ieri pomeriggio Crosetto ha esposto durante la riunione del Consiglio supremo di Difesa convocato e presieduto da Sergio Mattarella alla presenza della premier Giorgia Meloni, dei ministri Tajani, Matteo Piantedosi (Interno), Giancarlo Giorgetti (Economia) e Adolfo Urso (Imprese), del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e del capo di Stato maggiore Luciano Portolano.
Una riunione che è andata avanti per ben tre ore. E durante la quale il Consiglio supremo di Difesa ha "evidenziato i gravi rischi" provenienti dalla minaccia ibrida "della Russia e di altri attori stranieri ostili". Un attacco costante e sottotraccia contro "l'integrità dei processi democratici" dell'Occidente. Una minaccia, sottolinea al termine della riunione una nota del Quirinale, messa in atto attraverso la "manipolazione dello spazio cognitivo", ripetute "campagne di disinformazione", "costruzioni di narrazioni polarizzanti" e "sfruttamento delle piattaforme digitali per indebolire la fiducia nelle istituzioni". D'altra parte, che l'Italia sia uno dei Paesi europei più permeabili alla disinformazione di Mosca è un dato di fatto. Di qui la necessità di "mantenere alta la vigilanza", sulla "tutela delle infrastrutture critiche nazionali" e nella "difesa contro gli attacchi cyber". E la presa d'atto che "queste minacce rappresentano una sfida a cui reagire con tempestività" e "attraverso la definizione di nuovi strumenti". Al Quirinale si parla ovviamente anche del dodicesimo pacchetto di aiuti all'Ucraina, che Crosetto presenterà al Copasir martedì 2 dicembre e che, come i precedenti decreti interministeriali, sarà secretato e non avrà bisogno del via libera del Parlamento. Sul punto nei giorni scorsi c'è stata una certa agitazione tra le fila della maggioranza e ancora ieri - proprio mentre erano in corso la riunione al Colle - il senatore leghista Claudio Borghi è tornato a polemizzare sugli aiuti a Kiev. A parte un conciliante Lucio Malan ("non credo che la Lega voglia far venire meno l'Italia al suo impegno" verso Kiev), né Fratelli d'Italia né Forza Italia sono invece tornati sulla questione, evidentemente condizionata anche dalla volata verso il mini-election day che domenica vedrà al voto Campania, Puglia e Veneto. In verità, sul punto Meloni non ha mai avuto il minimo dubbio. Non è un caso che la nota del Quirinale che tira le somme del Consiglio supremo di Difesa - evidentemente concordata con Palazzo Chigi - sia tranchant: "Il Consiglio ha confermato il pieno sostegno italiano all'Ucraina nella difesa della sua libertà. In questo senso si inquadra il dodicesimo decreto di aiuti militari.
Fondamentale rimane la partecipazione alle iniziative dell'Ue e della Nato di sostegno a Kiev e il lavoro per la futura ricostruzione del Paese".Sul tavolo anche gli attacchi ibridi con i droni ("l'Ue deve adeguarsi ai nuovi scenari"), Medio Oriente (Gaza e Israle), Balcani, Libano e Mediterraneo.