Mattarella promuove il nuovo corso politico. "Il premier donna è una grande novità. E adesso governate"

Ma c'è una donna a Palazzo Chigi, "finalmente", e Sergio Mattarella può chiudere il bilancio del "difficile" 2022 con "questa novità di grande significato sociale e culturale, da tempo matura nel nostro Paese, e ora diventata realtà"

Mattarella promuove il nuovo corso politico. "Il premier donna è una grande novità. E adesso governate"

Ma c'è una donna a Palazzo Chigi, «finalmente», e Sergio Mattarella può chiudere il bilancio del «difficile» 2022 con «questa novità di grande significato sociale e culturale, da tempo matura nel nostro Paese, e ora diventata realtà», segno di una democrazia adulta e forte, «compiuta» nel senso dell'alternanza tra maggioranza e opposizione. Di un sistema che regge e funziona. Del resto il capo dello Stato, giunto ormai all'ottavo discorso di Capodanno, ne ha viste di tutti i colori. «Ogni partito rappresentato in Parlamento ha fatto esperienza di governo». Adesso tocca a Giorgia, con pieno merito. «Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo esecutivo», che ha una maggioranza ampia però non una strada spianata, anzi dei binari da cui non deragliare. E ora viene il difficile. Tutti i premier, avverte il presidente, «in tempi diversi, si sono trovati di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare». Il Pnrr, le riforme, la modernizzazione dell'Italia: di carne al fuoco, spiega, ce n'è parecchia.

Niente ostacoli quindi dal Quirinale e niente endorsement per la Meloni, che istituzionalmente non ne ha bisogno vista la «chiara» scelta popolare. Non è nemmeno un controcanto. «La Repubblica siamo tutti noi, vive nella compartecipazione di ognuno». Semmai, un invito al realismo, a concentrarsi sui problemi con uno sguardo di lungo respiro, pensando più al futuro dei giovani che agli obbiettivi politici. Guidare un Paese non è una passeggiata. «Riconoscere le complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti dalla realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali, dalla pandemia alla guerra, dalle crisi energetica a quella alimentare, dal clima alle migrazioni».

Insomma, e questo vale per maggioranza e opposizione, è arrivato il momento della «concretezza». La «fisiologia dell'alternanza chiama ciascuno alla responsabilità» per il bene comune. «La dialettica politica induce a una comune visione del nostro sistema democratico. Sono i tratti di una democrazia matura e compiuta». E il filo comune per Mattarella è la Costituzione, di cui festeggiamo i 75 anni. Il capo dello Stato non entra nel dibattito sul semipresidenzialismo e sul futuro ruolo del Colle, ma ripete che «la Carta resta la bussola», la cornice che può contenere tutto senza che succeda niente di catastrofico, anche la «novità significativa» di una donna di destra a Palazzo Chigi.

Dodici mesi fa Mattarella aveva salutato gli italiani: sette anni di mandato sono pure troppi, diceva, figuriamoci 14, questa è una Repubblica non una monarchia. È andata in modo diverso e lui ha dovuto accettare di restare ancora. «Il 2022 è stato impegnativo». Grandi elettori del Quirinale bloccati, guerra, Covid, crisi del governo Draghi, scioglimento anticipato, vittoria del centrodestra, nuove politiche.

Per il 2023 lui consiglia concordia e senso civico, a partire dalla lotta all'evasione. «La Repubblica è di chi paga le imposte perché servono a far funzionare l'Italia e quindi al bene comune». Quanto al Covid, non abbassiamo la guardia, anzi «rinforziamo la sanità pubblica, la scienza e le istituzioni si devono integrare». Questi i passaggi più politici del discorso.

Poi la guerra, «un folle conflitto scatenato dalla Russia che lascia sangue e morti». La linea di sostegno a Kiev non cambia. Roma appoggia «il diritto del popolo ucraino di difendere la propria libertà e i propri diritti» anche con le armi, sia pur «cercando spiragli perché la pace è parte fondativa dell'Unione europea». Ma «le responsabilità sono di chi aggredisce». Forte «preoccupazione» anche per le repressioni in Iran.

Per l'Italia invece il capo dello Stato vede un raggio di sole, «l'economia è in crescita, le imprese sono ripartite, le esportazioni aumentare e c'è voglia del nostro Paese».

Adesso però dedichiamoci ai giovani, «guardando il futuro con gli occhi dei nostri ragazzi, progettando il domani con coraggio». Scuola, tecnologia, transizione ecologiche, ecco per Mattarella i settori su cui investire risorse. «Guardiamo i loro volti, raccogliamo la loro speranza e facciamola nostra».

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