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Mattarella spiana la strada alla diplomazia di Giorgia

Il presidente con Macron fra Eliseo e Louvre. E oggi la premier incontra il cancelliere tedesco

Mattarella spiana la strada alla diplomazia di Giorgia

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Chi remava contro la riuscita nei rapporti internazionali di Meloni e dell'asse Fdi-Lega-Fi, aveva sottovalutato il pragmatismo di Macron e Scholz. E, soprattutto, l'esperienza da tessitore di trame del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ieri, al secondo giorno a Parigi, il capo dello Stato non ha soltanto archiviato l'acrimonia residuale delle sgangherate affermazioni di esponenti dell'esecutivo d'Oltralpe, sulla «incapacità» italiana di gestire l'immigrazione; parlando di «rapporti saldissimi, secolari e solidi» tra Roma e Parigi, nel pranzo privato all'Eliseo Mattarella ha certificato piuttosto la necessità di cooperare aldilà delle cortesie istituzionali, anche tra governi dal Dna solo in parte conciliabile.

«L'Europa non è solo l'ambito nel quale i nostri Paesi esistono, ma un luogo fatto di persone, esperienze, affinità, valori, sogni», ha detto agli alunni dell'istituto Leonardo da Vinci: «Il confine non è e non deve essere un limite ma un arricchimento». Poi tutto s'è giocato tra la sintonia personale con Macron, e l'occasione di vedere i capolavori del museo Capodimonte di Napoli dialogare con quelli del Louvre: cultura, in funzione di una strategia comune (da ricostruire) su immigrazione, Patto Ue di stabilità, aiuti a Kiev. Toccherà poi a Meloni discuterli con Macron; dargli una chiave più «politica». Forse anche prima del Consiglio europeo di fine mese.

Strategia che punta a consolidare il ruolo del premier. Tanto Macron, quanto Scholz e Meloni, mai come in questa fase hanno infatti bisogno l'uno degli altri. Mattarella olia il meccanismo con discrezione. Meloni riceverà oggi il Cancelliere tedesco a Roma (in serata sarà al Quirinale). In agenda, più sinergie fra i sistemi industriali di Italia e Germania e dossier Ita-Lufthansa. Ma soprattutto migranti, energia e Nordafrica. L'Italia, Paese di riferimento per i colloqui in Tunisia, è attivissima anche in Libia e cerca una sponda berlinese in Ue sui ricollocamenti fermi al palo. Con Scholz, l'obiettivo è costruire un Trattato sulla falsa riga di quello con Parigi, che vada a rafforzare anche l'amicizia con Berlino.

D'altronde la diplomazia non è un bancomat a cui chiedere qualcosa alla bisogna. L'attuale fase assomiglia più a una mostra-mercato, in cui ognuno ha qualcosa da mettere sul piatto; e negli scambi - anche verbali - bisogna essere equi. Con Macron, dialogo «costruttivo» a 360°; considerato necessario anche dall'Eliseo (che cerca con Palazzo Chigi una data per ricevere Meloni a Parigi). Stop al bullismo verso Roma. Rispetto. E avanti in nome del Trattato del Quirinale. Anche Brigitte Macron ieri ci ha messo del suo per ricucire, sussurrando alla mostra «queste opere vanno d'accordo», e sottoponendo poi a Mattarella il dilemma della Gioconda da restaurare. «Decisione difficile», per il capo dello Stato, mettere mano al capolavoro. Più semplice scattare una foto con Macron davanti a Monna Lisa ed evidenziare i «legami eccezionali» tra i Paesi. Mattarella spiana così la strada al lavoro di Meloni: tandem Quirinale-Chigi nell'interesse nazionale. Il premier ha già compiuto sforzi per «accreditare» se stessa in campo europeo; e il suo governo come interlocutore affidabile e senza complessi. E ieri il genio italiano in vetrina a Parigi ha visto pure il ministro Sangiuliano proporre alla omologa francese un giro in Vespa per Napoli. «Ottima idea», per Macron. Segnali.

Per ridare gas.

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