Dopo lo strappo con il governo, Matteo Renzi è tornato a parlare delle prossime decisioni politiche di Italia viva e non ha escluso di poter tornare a dialogare con Giuseppe Conte. Tuttavia, il rottamatore ha posto il veto sui responsabili. Renzi è stato ospite di Titolo V, il programma di approfondimento politico in onda su Rai3, dove ha fatto il punto della situazione attuale.
Cosa accadrà martedì sera, dopo che Conte avrà fatto il passaggio al Senato? Matteo Renzi risponde diplomatico e allontana le voci su uno scontro personale: "Spero che rida l'Italia, questo racconto per cui è uno scontro personale, non funziona. Non stiamo attaccando Conte ma che diano soldi per la sanità, il Mes, che sblocchino i cantieri per l'alta velocità". L'ex premier rivendica e difende la scelta di aver fatto dimettere i suoi ministri e rievoca i fatti storici: "Penso che non sia successo da trent'anni che un gruppo di persone si dimettessero lasciando le poltrone. All'epoca fu la Dc, con Mattarella, il grande Martinazzoli e se non ricordo male anche Mancini. Era un segno di stile e libertà".
Dopo aver di fatto aperto la crisi di governo, Renzi non chiude al dialogo: "Margini per tornare a un tavolo? Italia viva è sempre stata disponibile a una discussione senza veti e senza impiccarsi a un nome, perchè la situazione è gravissima. Non ci compreranno con due sgabelli o tre poltrone".
Tuttavia, nonostante l'apertura al dialogo, Matteo Renzi continua a tirare dritto per la sua strada e "minaccia" Giuseppe Conte in vista dei prossimi appuntamenti in Parlmento: "Se dovessi scommettere oggi su un posizionamento nostro,noi ovviamente non possiamo votare la fiducia a Conte dopo quello che è successo. Se il presidente del Consiglio farà un intervento, come quello che noi ci immaginiamo, di cercare di aprire a Mastella e alla senatrice Lonardo, a pezzi di Forza Italia e al mondo che sta portando di cercare con sè al posto nostro, noi ci asterremo".
I toni di Matteo Renzi a Titolo V sono decisamente più pacati rispetto a quanto detto durante la conferenza stampa di mercoledì.
Il leader di Italia viva ostenta sicurezza e dissumula: "Nessuno pensa che Conte possa essere un pericolo per la democrazia, ma quando non si rispettano le regole, tra 10, 20 0 30 anni si metterà in discussione la democrazia. Certe parole su Conte non le ho pronunciate, ma il senatore del Pd Zanda...La crisi di governo non è ancora iniziata, perchè il governo non si è dimesso formalmente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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