Matteo Renzi: "Non ho nostalgia dei tavoli dell'Unione"

Il segretario dem attacca i capicorrente e i nostalgici del centrosinistra allargato: "Fuori dal Pd si perde"

Matteo Renzi: "Non ho nostalgia dei tavoli dell'Unione"

Il segretario del Pd, Matteo Renzi, dal palco del Forum nazionale dei circoli del partito, manda un segnale chiaro al centrosinistra e alla fronda interna del Pd che lo ha messo nel mirino dopo i ballottaggi: "Due milioni alle primarie del Pd non se le aspettava nessuno. Io di sicuro non me le aspettavo. Eppure queste primarie cosa hanno detto: che hanno vinto Renzi e Martina? No. Hanno dimostrato che al Pd chi comanda non sono le persone elette, ma i cittadini che hanno votato. Io non rispondo ai gabinetti, ai capicorrenti, io rispondo agli elettori. E quando la democrazia parla si risponde ai cittadini, no ai capicorrente". Poi sull'ipotesi di una coalizione di centrosinistra rilanciata da Prodi e Pisapia, l'ex premier afferma: "Se tu attacchi il Pd stai attaccando l’unica diga che c’è in Italia contro i populismi. Non sono preoccupato per me, maio difendo questa comunità di uomini. Fuori dal Pd c’è la Lega o il Movimento cinque stelle, bene che ci vada - si fa per dire - il centrodestraeuropeo. Chi immagina di fare centrosinistra senza il Pd vince il premionobel per la fantasia, ma non raggiunge alcun risultato concreto". A chi a sinistra chiede un ritorno al passato, Renzi replica: "La nostalgia non può essere il paradigma della lotta politica e noi, insieme, abbiamo preso in mano il Paese". "Guardiamo come era il passato - ha aggiunto Renzi - tre anni fa l’Italia era in fondo alle graduatorie. L’occupazione aveva il segno meno. I consumi privati ci vedevano agli ultimi posti dei paesi industrializzati. Expo sembrava una sfida impossibile da raggiungere. Investire sulla cultura e i diritti sembrava impossibile. La parola d’ordine in Europa era austerità e fiscal compact. Non io ma noi, insieme, abbiamo preso in mano il Paese". Insomma la crisi dentro il Pd, soprattutto dopo il voto alle amministrative, è aperta. E Renzi prova a difendersi da un partito che pian piano lo ha messo sulla graticola. Infine il segretario parla anche del ddl sullo ius soli e afferma: "Noi allo ius soli non rinunciamo, perchè si tratta di un principio sano: chi ha concluso da noi il ciclo di studi, ha il dovere, non il diritto, di essere considerato nostro cittadino, e questo perché è anche un vostro dovere rispettare le regole".

E da Roma, da piazza Santi Apostoli arriva la risposta all'ex premier dal raduno di "Insieme" a cui hanno partecipato Giuliano Pisapia, Laura Boldrini, Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema.

Tra i dem presenti c'è anche il Guardasigilli Andrea Orlando: "Non è così. Questa piazza non è alternativa al Pd perché il Pd come ha detto Franceschini deve unire. Facciamo un riferimento importante", ha affermato il ministro.

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