Mbappé e lo stupro in albergo. L'ombra della trappola del Psg

I media svelano l'inchiesta. Sequestrati mutande, top e pantaloni della donna. Lui punta il dito sul club per la causa da 50 milioni

Mbappé e lo stupro in albergo. L'ombra della trappola del Psg
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Non bastava la popolarità ai minimi storici tra i tifosi della nazionale francese. Dopo che i Bleus sono scesi in campo per la Nations League senza il loro capitano, perché lui doveva riposare, la stella del calcio d'Oltralpe Kylian Mbappé è stata immortalata a Stoccolma. Tutt'altro che stanco o affaticato da un leggero infortunio. È volato in jet per una notte brava, da Madrid fino in Svezia. Ma la «fuga» si è rivelata un boomerang. Prima il nightclub, poi l'hotel nel cuore della capitale svedese. Infine l'accusa di «stupro e violenza sessuale» piovutagli addosso da giornali e tv senza che neppure la procuratrice titolare dell'inchiesta abbia confermato il nome come quello relativo alla denuncia; presentata da una donna che alloggiava nel medesimo albergo.

Per i media svedesi, è lui il «ragionevolmente sospettato» del reato. Ma tante sono le zone d'ombra dentro un affaire ormai globale. Fino a ieri mattina, erano solo voci, quelle sul 25enne. Con tanto di smentita del campione. Che ha parlato di «fake news» dopo la notizia data inizialmente lunedì da due giornali svedesi, Expressen in primis. Poi ieri la procura di Stoccolma ha confermato l'esistenza di un'indagine, ma senza citarlo, e si è innescato il meccanismo che per i grandi nomi non considera la riservatezza necessaria ad accertare fatti, prima che si finisca nel tritacarne nonostante il ct della Nazionale, Didier Deschamps, avesse invitato i media alla cautela dopo le voci della presunta accusa.

La polizia svedese deve ancora analizzare mutandine, un top e pantaloni neri sequestrati nel Bank Hotel dove alloggiava Mbappé. Non sappiamo altro, ma per molti sui social questo basta a escluderlo dall'indossare la fascia di capitano dei Bleus. Lo staff dice che saranno adottate tutte le misure legali necessarie «per porre fine alla metodica distruzione della sa immagine». Lui scrive un X al vetriolo, collegando le accuse di stupro al «secondo tempo» della disputa finanziaria con l'ex club, quel Paris Saint Germain che stando al primo grado di giudizio dovrebbe versare al giocatore oltre 50 milioni di arretrati. Ieri c'era l'udienza: «Guarda caso...», scrive Mbappé. La società ha infatti fatto ricorso dopo la condanna a pagare «entro una settimana» a settembre e il verdetto è atteso per il 25 ottobre.

Ma ora c'è l'accusa più infamante da gestire. I fatti risalgono al 10 ottobre. Centro città. Tutto da dimostrare. Operazione di destabilizzazione del campione, complotto oppure la prova di chi sostiene che da leader di squadra sia diventato ormai un mero protagonista di feste sempre più dissolute? Ieri è rientrato a Madrid per l'allenamento col Real come se niente fosse. Ma è stato escluso dalla campagna social della squadra per cui ha «tradito» il Psg: cancellato dalle foto con altri campioni, ufficialmente per ragioni di sponsor. Il prossimo passo sarà l'interrogatorio: per un sospettato che la giustizia svedese considera di livello «molto basso». Al termine dell'udienza, la procura potrà decidere se archiviare o avviare un processo. Se non si costituisce volontariamente, è possibile richiederne l'estradizione, anche con mandato d'arresto europeo.

Una vicenda analoga vide protagonista anche Cristiano Ronaldo nel 2009, poi scagionato in sede civile negli Stati Uniti dalle accuse di stupro mosse dalla modella

Kathryn Mayorga. CR7 aveva sempre negato la violenza, sostenendo che fosse stata una relazione sessuale «completamente consenziente». Poi ammise di aver pagato 375mila dollari in un accordo extragiudiziale di riservatezza.

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