C'è una percentuale che renda la speranza un qualcosa su cui scommettere? Quando si parla di vita può essere anche molto bassa perché ci si debba credere. Così quel 10 per cento ipotizzato come soglia minima da Michio Hirano perché Charlie Gard possa migliorare sembra tantissimo. Figuriamoci quindi quel 50 per cento individuato come valore massimo. Proprio così: «Dal 10 al 50 per cento». Azzardo o realtà? Scienza o fantascienza?
Personaggi e interpreti. Hirano è il medico della Columbia University, luminare di neurologia, volato dagli States per visitare ieri Charlie, il bambino di 11 mesi ammalato di sindrome di deplezione del dna mitocondriale, una malattia degenerativa talmente grave che nessuno finora aveva dato alcuna speranza ai genitori del piccolo che potesse vivere qualcosa degno di essere chiamato vita. Motivo per cui nei mesi scorsi l'Alta Corte di Giustizia di Londra aveva autorizzato i medici del Grand Ormond Street Hospital, dove Charlie sopravvive attaccato a una macchina che sopperisce alla inutilità dei suoi muscoli e dei suoi organi interni annientati dal male, a staccare la spina facendolo così morire.
La vicenda si è poi complicata. Tutto il mondo si è scandalizzato all'idea che quel fagottino inerme non avesse diritto a uno straccio di chance per quanto remota, papa Francesco e Donald Trump si sono offerti di ospitare e curare Charlie, medici del Bambino Gesù di Roma e di vari istituti americani hanno proposto protocolli spericolati e mai sperimentati che avrebbero trasformato Charlie in una cavia ignara. A quel punto i medici del Gosh hanno chiesto al giudice se alla luce delle novità non ritenesse di cambiare il verdetto e il giudice Nicholas Francis si è preso qualche giorno. Il verdetto probabilmente sarà emesso martedì 25 luglio, anche alla luce della visita che ieri il dottor Speranza venuto dall'altra parte del mondo ha effettuato ieri su Charlie in collaborazione con i colleghi dell'ospedale londinese che lo hanno curato (o secondo alcuni non curato) finora.
Sullo sfondo della vicenda i genitori di Charlie, Connie e Chris, che si sono mossi finora tra amore cieco, rabbia e una notevole capacità di orientare il sentimento collettivo attraverso i social. I due hanno aperto ieri un nuovo fronte di battaglia. Contro Valeria Butler-Cole, l'avvocato del tutore di Charlie, sottratto alla potestà genitoriale di Connie e Chris in seguito al loro ricorso al Tribunale inglese. Ebbene la Butler-Cole è accusata dai Gard di conflitto di interessi in quanto farebbe parte di Compassion in Dying, una lobby in favore dell'eutanasia.
I Gard hanno anche polemizzato con il sistema sanitario nazionale che terrebbe in ostaggio il figlio perché non abbiente. «Se i Gard fossero ricchi - ha dichiarato il portavoce della coppia - sarebbero stati già autorizzati a sottoporre Charlie a una terapia alternativa». La lotta per la vita diventa lotta di classe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.