Un welfare moderno per la democrazia

Quello di un welfare moderno e di un nuovo modello di sviluppo è e sarà nel prossimo futuro un tema cruciale per la tenuta delle democrazie

Un welfare moderno per la democrazia
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Non può chiamarsi sviluppo quello che aumenta le disparità e lascia nella difficoltà a curarsi, a essere assistito e istruito un numero crescente di persone. I dati Oxfam del 2024 evidenziano una disuguaglianza crescente in Italia con il 5 per cento della popolazione più ricco che detiene quasi la metà della ricchezza nazionale. Nello stesso tempo, si registra un aumento della povertà soprattutto tra le famiglie meno abbienti.

Quello di un welfare moderno e di un nuovo modello di sviluppo è e sarà nel prossimo futuro un tema cruciale per la tenuta delle democrazie. Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento in occasione della presentazione del Rapporto "Sussidiarietà e welfare territoriale", lo scorso febbraio, ha affermato che "il sistema di welfare non è solo uno strumento di equità sociale, ma anche un motore essenziale per lo sviluppo economico di un Paese. In un contesto caratterizzato da informazione imperfetta e mercati finanziari incompleti, il welfare riduce l'incertezza, mettendo le persone nella condizione di poter assumere rischi, ad esempio avviando un'attività imprenditoriale innovativa. Il sistema di welfare valorizza il capitale umano della società, contribuendo così ad aumentare il potenziale economico complessivo".

È questa una riflessione particolarmente importante perché oggi il welfare viene visto dalla "ventata" neoliberista come una conseguenza dello sviluppo economico, piuttosto che un suo fattore determinante. Se si tiene conto anche del fatto che il debito pubblico riduce le risorse a disposizione, che siamo di fronte a un drammatico inverno demografico e all'emergere di nuove esigenze e forme di marginalità, è urgente una riorganizzazione dello Stato sociale se si vuole salvaguardare il suo carattere universalistico ed equo. Le competenze nell'offerta dei servizi di welfare sono attualmente distribuite tra Stato, Regioni e Comuni con sprechi e inefficienze. Secondo il rapporto sulla sussidiarietà citato, in Italia solo il 30 per cento dei bambini ha accesso a un asilo nido, le famiglie con disabili sono sempre più povere, e già il 20 per cento della spesa sociale è di origine privata, quasi interamente a carico delle famiglie, con una percentuale significativa di italiani (tra il 67 e l'80 per cento) che ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi fondamentali negli ultimi tre anni.

Occorre un cambio di passo: se le famiglie e le reti sociali verranno supportate fin dall'infanzia, nell'accesso ad alloggi dignitosi, nella formazione permanente per adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro e in un sostegno attivo agli anziani, la capacità di lavorare e creare sviluppo crescerà esponenzialmente.

Come hanno evidenziato molti studi, il welfare come fattore di sviluppo è strettamente legato all'investimento in istruzione di qualità. Quindi, se il sistema di welfare garantisce il supporto affinché i giovani possano accedere all'istruzione superiore e alla formazione professionale, diventa anche un volano per la produzione di nuove risorse.

Tra i temi del Meeting di Rimini che sarà inaugurato domani 22 agosto si parlerà quindi di politiche di coesione, del ruolo della politica nell'individuare una visione di Paese e dello Stato e degli altri enti pubblici, nazionali ed europei nell'attuarla, dell'iniziativa delle realtà sociali e del Terzo settore.

Tra gli ospiti.

Mario Draghi, il Commissario europeo per la politica regionale Raffaele Fitto, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR, Tommaso Foti.

* Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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