Meloni collegata per quattro ore: bene gli Usa, ora vediamo Mosca

La premier interviene in tutte e tre le sessioni della videocall tra Trump e i leader Ue. "Dall'Occidente unità d'intenti. Mantenere la pressione sulla Russia con le sanzioni"

Meloni collegata per quattro ore: bene gli Usa, ora vediamo Mosca
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Una prima videocall europea alle 14. Con i vertici di Ue (Ursula von der Leyen e Antonio Costa) e Nato (Mark Rutte) e i cosiddetti "volenterosi". Oltre a Volodymyr Zelensky, dunque, al tavolo ci sono il francese Emmanuel Macron, il tedesco Friedrich Merz, il britannico Keir Starmer, il polacco Donald Tusk e il finlandese Petteri Orpo. E, ovviamente, anche Giorgia Meloni. Che alle 15 partecipa alla seconda video-conferenza della giornata, quella allargata al presidente americano Donald Trump e al suo vice J.D. Vance. E alle 16 si collega nuovamente per l'ultima sessione, nuovamente nel formato europeo per fare il punto di una giornata nella quale sembrano essersi create le migliori condizioni possibili in vista del vertice tra Trump e Vladimir Putin in programma domani in Alaska nella blindatissima base militare di Anchorage.

Il presidente americano ha infatti mostrato disponibilità e condivisione rispetto alle istanze avanzate da Kiev e dall'Europa, entrambe preoccupate dall'eventualità di un accordo al ribasso sia per l'Ucraina che per l'Ue (che con Russia e Bielorussia condivide buona parte del confine est). Un'apertura che a Palazzo Chigi si attendevano, convinti del fatto che Trump non abbia alcuna intenzione di fare il gioco di Putin. Il presidente americano - è il senso dei ragionamenti che si fanno nel governo italiano - conosce bene sia le attuali difficoltà economiche della Russia che i limiti di azione militare delle truppe ucraine e, giocando su queste reciproche debolezze, vuole costringerli a confrontarsi direttamente e cercare un compromesso onorevole per entrambe. Un accordo dal quale Trump ne uscirebbe come il grande mediatore, circostanza che non a caso il tycoon ieri avrebbe evocato più di una volta nel corso della videocall delle 15. Se Putin e Zelensky mi ascoltano - è stato il senso delle sue parole - avranno un futuro in cui riconquisteranno prosperità, diversamente finiranno entrambe per perdere tanto.

Trump ha però condiviso le due principali istanze dell'Ue. La prima è che si creino le condizioni per un incontro tra Zelensky e Putin ("ci sono ottime possibilità", ha detto ieri il presidente americano), la seconda è che una tregua o comunque una moratoria del conflitto sia il presupposto di qualsiasi negoziato. Meloni alla fine è stata collegata durante i tre diversi round di videcall per quasi quattro ore, intervenendo in tutte le sessioni. Durante quella con Trump ha parlato per 4-5 minuti, esprimendo "apprezzamento per gli sforzi profusi" dal presidente americano e ribadendo "l'importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina". La premier ha poi detto di vedere "con favore" la partecipazione di Vance e quindi degli Stati Uniti alla riunione della coalizione dei cosiddetti "volenterosi", "nel solco di quanto avvenuto la prima volta a Roma a margine della Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina di luglio". Allo stesso modo Meloni ha ringraziato Zelensky per "la serietà dimostrata finora nella ricerca di una soluzione diplomatica".

Dalla giornata di ieri, insomma, secondo la premier "è emersa una forte unità di vedute" nel ribadire che "una pace giusta e duratura non può prescindere da un cessate il fuoco, dal continuo sostegno all'Ucraina, dal mantenimento della pressione collettiva sulla Russia, anche attraverso lo strumento delle sanzioni, e da solide e credibili garanzie di sicurezza ancorate al contesto euroatlantico". Tutti paletti su cui Meloni insiste da tempo. La palla, dunque, passa ora a Mosca.

Perché, fa sapere la premier, "è il momento di vedere quale sarà in Alaska l'atteggiamento della Russia" che "finora non ha inteso fare alcun significativo passo in avanti". Lo si inizierà a capire davvero domani. Mentre già dopodomani potrebbe tenersi una nuova videocall con Trump e i leader europei per fare il punto del vertice di Anchorage.

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