Meloni e Salvini: felici per Silvio. Fi: "Commissione sulla giustizia"

"Finalmente il calvario finisce!". Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia e portavoce di Silvio Berlusconi sta parlando in aula quando viene raggiunto dalla notizia dell'assoluzione del Cavaliere

Foto d'archivio
Foto d'archivio

«Finalmente il calvario finisce!». Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia e portavoce di Silvio Berlusconi sta parlando in aula quando viene raggiunto dalla notizia dell'assoluzione del Cavaliere. É lui a dare la comunicazione, con i deputati azzurri subito in piedi ad applaudire e a salutare una notizia attesa da tredici anni e che dovrebbe andare a chiudere una saga giudiziaria che ha avuto varie declinazioni e gemmazioni.

Se il centrodestra, con tutte le sue componenti esprime una aperta soddisfazione, non senza una buona dose di rabbia per le implicazioni politiche e i danni di immagine che i vari processi Ruby hanno prodotto, il centrosinistra si trincera nel silenzio con l'unica eccezione di Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva al Senato per la quale «l'assoluzione di Silvio Berlusconi dall'accusa di corruzione è una buona notizia per lui ma soprattutto per le istituzioni».

Festeggiano i leader del centrodestra, in primis il premier Giorgia Meloni per la quale «l'assoluzione di Silvio Berlusconi è un'ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al Presidente a nome mio e del Governo un saluto affettuoso». «Felice per l'assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche» si dice Matteo Salvini. E l'altro vicepremier Antonio Tajani definisce l'assoluzione «una bellissima notizia che rende giustizia a Berlusconi. Mi auguro che sia finita una stagione: è stata tutta una montatura nei suoi confronti come dimostra che Berlusconi è stato assolto perché il fatto non sussiste». Licia Ronzulli, presidente dei senatori azzurri, in aula saluta con grandissima soddisfazione la sentenza di assoluzione: «Undici anni di processo, più di seicento udienze, milioni di euro spesi a carico dei contribuenti, una gogna mediatica, giudiziaria e politica che richiedono una profonda e strutturale riforma della giustizia per la tutela di tutti i cittadini». Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le Riforme Istituzionali, fa notare che «una vicenda di questo tipo durata tutti questi anni ha modificato forme di governo e pregiudicato non solo da un punto di vista personale, ma anche sociale, professionale e politico tutta la vita di Berlusconi. Finalmente la verità». Interviene anche Marta Fascina. «La soddisfazione è grande tanto quanto la tristezza per il tempo consumato in dolore e delusione; quel tempo che nessuno restituirà al presidente e a tutti noi. Desidero dedicare un pensiero e un ringraziamento speciale a Niccolò Ghedini che ha creduto e ha lottato per il grande risultato conseguito oggi». E a proposito dello storico legale di Berlusconi prende la parola Ippolita Ghedini, la sorella, che si dice «felice per il presidente e per Niccolò anche se purtroppo non ha fatto in tempo a raccogliere tutti i frutti del suo lavoro. Sono sicura che mio fratello dall'alto sarà finalmente felice». Roberto Formigoni fa notare che «l'epoca dei pm trionfanti che condannavano chiunque fosse in difficoltà forse è finita». E Gianfranco Miccichè aggiunge: «Solo Berlusconi poteva resistere. Un giorno Berlusconi dovrebbe avere una medaglia per la resistenza».

A questo punto Forza Italia ha intenzione di chiedere l'immediata calendarizzazione della proposta di legge per l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull'uso politico della magistratura, «per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico». Una richiesta presentata in occasione degli uffici di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera.

Ciro Maschio, presidente della commissione Giustizia della Camera, prevede tempistiche serrate alla luce di questa richiesta formale. Ma a frenare è è l'alleato Fdi: «Crediamo che non si debba fare di tutta l'erba un fascio e che il 90% dei magistrati faccia bene il loro lavoro».

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