Matteo Renzi sta facendo una campagna elettorale onesta, in cui non si fa remore ad attaccare il Partito democratico per le sue esternazioni scomposte e a considerare valide le proposte che arrivano dal centrodestra. Il leader di Italia viva, che il 25 settembre correrà in ticket con Azione di Carlo Calenda nella formazione del Terzo polo, ha più volte smentito Enrico Letta che, fin dall'inizio della campagna elettorale sventola lo spettro dell'attacco democratico in caso di vittoria del centrodestra e, in particolare, di Giorgia Meloni.
"A me non fa paura la Meloni dal punto di vista politico, non credo che sia fascista. Se vince Meloni o Salvini non c'è un allarme democratico come dice Letta", ha detto Matteo Renzi parlando con il Corriere.it del risultato del voto del prossimo 25 settembre, ribadendo che "l'allarme democratico non c'è. Il Pd ha poche idee ma confuse". In poche ma chiare parole, il leader di Italia viva ha riassunto l'attuale situazione politica di Enrico Letta, che spera di recuperare consensi demonizzando l'avversario. Una strategia che, come è stato dimostrato, non ha portato voti in più nel paniere del Partito democratico ma, anzi, ha fatto crescere Giorgia Meloni, il centrodestra e il M5s di Conte. Un dato messo in evidenza anche dallo stesso Matteo Renzi: "Da quando Letta si è messo a fare campagna elettorale stanno crescendo Meloni e Conte. Letta è il miglior alleato della destra e dei grillini".
Un pensiero che, in modo scherzoso, ha ripreso anche Giorgia Meloni in un suo post pubblicato sui social. "A una manifestazione di partito, Letta dice che 'chi non vota per il Pd, vota per Meloni e per la destra'. Che dire... Grazie Enrì!", ha scritto Giorgia Meloni. Il risultato della strategia di Enrico Letta è quello che ha spiegato Matteo Renzi: "In molti collegi la partita è già decisa, perché Letta ha fatto una scelta suicida. Aveva tre possibilità: allearsi coi grillini per vincere i collegi al sud, fare l'alleanza con l'area Draghi o andare da solo. Letta, roso e dominato dal rancore personale verso di me, ha chiuso la prospettiva dell'area Draghi e non se l'è sentita di fare un accordo con il M5s e ora sui collegi non tocca palla".
Ma Matteo Renzi ha parole di fuoco anche per Giuseppe Conte, che nei giorni scorsi ha
agitato lo spettro di una rivoluzione popolare nel caso in cui venisse abolito il reddito di cittadinanza: "Conte è un irresponsabile quando evoca la guerra civile se sarà cancellato il reddito di cittadinanza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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