Il leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha di nuovo preso posizione sulla necessità di una pacificazione nazionale.
Questa volta, il presidente dell'Ecr, ha voluto dire la sua durante la presentazione di "Giocatori d'azzardo", un libro scritto dal giornalista Virman Cusenza che è edito da Mondadori e che è stato presentato a Roma presso il Tempio di Adriano.
L'opera riguarda nello specifico la storia di un avvocato antifascista, il bresciano Enzo Paroli, che, nonostante la sua fede ideologica e la battaglia condotta in vita, si spinse sino alla difesa, da legale, di un professionista considerato prossimo a Benito Mussolini. Una vicenda umana, dunque, riportata alla luce dall'ex direttore de Il Messaggero e del Mattino.
Telesio Interlandi, il cosiddetto "giornalista del Duce", era un "vinto" della storia, oltre che l'ex direttore de "La difesa della razza". Si direbbe un non pentito del ventennio. Eppure Paroli scelse, a prescindere da tutto, di rappresentarlo come avvocato.
Per la Meloni, si tratta di un testo che fornisce "le risposte giuste" a "molte domande". La prima parte del ragionamento presentato è stato riservato al concetto di pietas, uno di quelli che da sempre fa capolino quando si parla di "pacificazione nazionale". "L'onestà intellettuale di questi tempi è una cosa rara - ha premesso l'ex vicepresidente della Camera - , porta con sé enormi interrogativi, il tema della pietas della nostra civiltà". "Perché pietas - ha argomentato la Meloni - non è tradire se stessi, la pietas è atto di forza. Una persona che sta dalla parte sbagliata della storia merita un processo giusto? Gli errori che si fanno possono portarci a venir meno ai nostri principi? Sono domande che si possono fare...".
Nel corso dell'incontro, è stato citato anche il pensiero sul concetto di "rispetto" dell'ex presidente della Camera Luciano Violante (che ha preso parte alla presentazione). "Viene dal latino respicere: guardare in profondità. Significa non fermarsi a ciò che è superficiale - ha proseguito - per comprendere nel complesso la vicenda. Noi siamo in un tempo in cui è tutto un gioco di etichette". L'ex ministro della Gioventù ha insistito molto sull'evitamento della complessità che sarebbe alla base del dibattito politico nel contemporaneo.
Sul razzismo, il giudizio è come sempre nitido: "Io penso - ha continuato, così come ripercorso dall'Adnkronos - che chi sostiene che l'Italia non aveva le forze di opporsi ai nazisti dice il falso, la Bulgaria lo fece, si poteva fare e non si è fatto". L'esempio fatto sulla Bulgaria è quello che molti addetti ai lavori hanno inteso rimarcare. L'Italia, per la Meloni, aveva la "forza" di "opporsi" alle "imposizioni della Germania nazista". Ma "non è stato fatto".
Anche in relazione a Fratelli d'Italia le argomentazioni sono le medesime esposte in altre circostanze: "Le parole di Fdi sono state durissime sull'antisemitismo, nella mia parte politica non ci può essere spazio per il razzismo e l'antisemitismo". Poi l'attualizzazione: "Noi oggi abbiamo ancora un problema di antisemitismo.
C'è un antisemitismo di estrema destra, l'antisemitismo di estrema sinistra e c'è il problema del fondamentalismo islamico".Infine, l'invito alla pacificazione nazionale "Noi prima di essere di destra e sinistra siamo italiani, dobbiamo provare a esaltare ciò che unisce, piuttosto che ciò che divide", ha chiosato.
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