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Meloni ringrazia pm e servizi. Psicodramma campo largo: Pd a pezzi, silenzio Schlein-Conte

La premier soddisfatta: "Operazione davvero complessa". La maggioranza contro chi sta comprendo gli amici di Hamas

Meloni ringrazia pm e servizi. Psicodramma campo largo: Pd a pezzi, silenzio Schlein-Conte
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Finta beneficenza per finanziare Hamas. In un tranquillo sabato post-natalizio la notizia deflagra potente nei palazzi della politica, facendo scattare l'indignazione del centrodestra e molti imbarazzati silenzi in buona parte dell'opposizione. La maggioranza vede confermati i propri sospetti, il Pd cerca di barcamenarsi e i Cinque Stelle non nascondono un certo scetticismo: chiedono altre prove. L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Genova provoca una raffica di reazioni soprattutto sul fronte governativo. Giorgia Meloni esprime "apprezzamento e soddisfazione per l'operazione, di particolare complessità e importanza", ringraziando Procura, forze dell'ordine e servizi di intelligence per aver smantellato quella che gli investigatori definiscono la cellula italiana di Hamas. Toni analoghi arrivano dai presidenti delle Camere e da numerosi esponenti dell'esecutivo, che parlano di un segnale chiaro: in Italia, sostengono, non c'è spazio per chi fiancheggia il terrorismo né per chi utilizza la solidarietà come copertura per attività criminali. Antonio Tajani, vice premier e ministro degli Esteri, questo è un segnale per i professionisti dell'odio. Sulla stessa linea Matteo Salvini: "In Italia ci sono milioni di fenomeni che dovrebbero chiedere scusa". Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano l'operazione rappresenta "un unicum a livello europeo nel contrasto al terrorismo di matrice islamista e in particolare al terrorismo di Hamas". Molto dura la ministra Eugenia Roccella, che invita a prendere atto che la politica dell'ambiguità e dell'acquiescenza verso derive violente e antisemite non ha nulla a che vedere con la vicinanza alle sofferenze civili. "Giocare col fuoco dell'antisemitismo, della violenza pro-Pal e dell'estremismo islamista conclude significa portare acqua al fiume del terrorismo".

Roberto Calderoli rilancia la necessità di "massima trasparenza sui luoghi di culto, su chi li finanzia e su chi li guida", per evitare che nelle moschee si raccolgano fondi destinati a Hamas, Al Qaeda, Isis o Hezbollah. Calderoli ricorda anche una sua proposta di legge del 2016 contro la radicalizzazione, rimasta finora lettera morta.

Per Fratelli d'Italia interviene Lucio Malan: "Da sempre abbiamo invitato la sinistra a diffidare di associazioni pro-Pal in odore di fondamentalismo islamico". Dura anche la vicesegretaria di Forza Italia Deborah Bergamini: "Nessun alibi ideologico deve essere fornito a chi, come Hamas e le sigle alleate, ha come obiettivo la cancellazione di Israele e la violenza anti-occidentale".

Nel Partito democratico poche le voci intervenute pubblicamente: Debora Serracchiani ribadisce la condanna di Hamas e il sostegno al lavoro della magistratura, ma mette in guardia dal rischio di strumentalizzazioni che finirebbero per "mettere nello stesso calderone" persone pacifiche e veri fiancheggiatori del terrorismo. Questo è il ritornello che arriva da gran parte dei parlamentari Pd. Questa operazione, ripetono, non deve danneggiare la causa palestinese.

Di tutt'altro tenore le posizioni dei centristi.

Matteo Renzi invoca il garantismo ma chiede di fare piena luce sui flussi di denaro, definendo "assurdo e gravissimo" che fondi raccolti in buona fede possano finire nelle mani dei terroristi. Carlo Calenda parla invece di una "pesante infiltrazione dell'estremismo islamico" nei movimenti pro Pal e ribadisce che sostenere lo Stato palestinese e sostenere Hamas sono due cose inconciliabili.

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