Guerra in Ucraina

Meloni sente Zelensky: sul tavolo un incontro e i sistemi anti-aerei

Mentre Lavrov chiede all'Ucraina di arrendersi, la premier promette che presto andrà a Kiev

Meloni sente Zelensky: sul tavolo un incontro e i sistemi anti-aerei

Mai come in questi giorni la parola pace sembra solo e soltanto uno slogan vuoto a cui aggrappare una flebile speranza. Pur consapevoli che non si arriverà a nulla di concreto. A nulla servono i tentativi di mediazione, gli appelli e il richiamo al compromesso. Un po' per interesse, un po' per ottusità, le posizioni di russi e ucraini restano cristallizzate, con l'invasore russo che non arretra e bombe e missili e morti tra i civili che restano la drammatica e inevitabile quotidianità. Insieme si soliti, tanto pomposi quanto inutili proclami. Mentre il ruolo dell'Italia diventa sempre più importante con un altra telefonata Meloni-Zelensky.

A sparare a zero su ogni ipotesi di compromesso, come al solito, è l'ineffabile ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov. «Il nemico è ben consapevole delle nostre proposte sulla smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime di Kiev, l'eliminazione delle minacce della Russia che include i nostri nuovi territori. Accettate queste proposte in modo amichevole, o in caso contrario sarà l'esercito russo ad occuparsi della questione». Altro che pace: o come diciamo noi o altre bombe. Lavrov accusa anche gli Stati uniti di aver tramato per uccidere Putin minacciando gravi conseguenze se qualcuno pensasse veramente all'ipotesi. A far specie è che al tempo stesso molti funzionari del Cremlino continuino a parlare di pace. «I commenti della Russia sui negoziati sono solo modi di guadagnare più tempo», ha replicato Alexander Rodnyansky, consigliere del presidente ucraino Zelensky. Stesso concetto espresso anche da Mykhailo Podolyak, braccio destro del leader di Kiev, che passa al contrattacco. «Né la mobilitazione totale, né la ricerca spasmodica di munizioni, nemmeno i contratti segreti con l'Iran e neanche le minacce di Lavrov aiuteranno. La Russia deve affrontare la realtà. L'Ucraina smilitarizzerà la Federazione Russa, estromettendo gli invasori da tutti i territori occupati. Aspettate il finale in silenzio...».

Intanto il ruolo dell'Italia diventa sempre più importante. Ieri nuovo colloquio telefonico tra Zelensky e la premier Giorgia Meloni, che ha ribadito vicinanza e impegno concreto dell'Italia, ha invitato a Roma il presidente ucraino e annunciato che al più presto organizzerà un viaggio a Kiev. Sul tavolo le ipotesi di pace ma, soprattutto, l'Ucraina cerca una sponda forte a Roma: «Si sta valutando la fornitura di sistemi di difesa aerea a protezione dei cieli ucraini», ha detto Zelensky che ha elogiato e ringraziato la premier per il suo impegno. L'unica, flebile, speranza, di far cessare il conflitto arriva dalle Nazioni Unite. Secondo indiscrezioni, il segretario generale Antonio Guterres sarebbe pronto a mediare tra Russia e Ucraina. Proprio mentre Kiev ha chiesto ufficialmente l'espulsione della federazione russa dall'Onu e Putin annuncia che dal primo febbraio bloccherà le forniture di greggio a tutti i Paesi che hanno imposto un tetto al prezzo. Scaramucce, in confronto alla guerre vera e propria.

Ma che dimostrano, ancora una volta, quanto ogni ipotesi di pace sembri solo un miraggio.

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