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Meloni sferza Draghi. "Sui fondi europei un buco di 12 miliardi"

L'Italia incassa la seconda tranche del Pnrr. "Ma nel 2022 useremo solo 21 miliardi su 33"

Meloni sferza Draghi. "Sui fondi europei un buco di 12 miliardi"

Follow the money, e infatti è proprio inseguendo i soldi che il governo proverà a dare una svolta alla crisi. E qualcosa arriva, 21 miliardi di euro, la seconda tranche del Next Generation. «I fondi sono stati erogati perché l'Italia ha completato con successo 45 tappe e obbiettivi - spiega Paolo Gentiloni, commissario Ue all'Economia - La sfida continua». Finora di miliardi ne abbiamo portati a casa 67. Altri 13 dovremmo incassarli a fine anno, se faremo bene i compiti. Guai perciò ad «abbassare la guardia», avverte Giorgia Meloni durante la cabina di regia del Pnrr, anzi adesso la riunione sarà convocata con più frequenza: «La partita è troppo importante, è opportuno controllare costantemente lo stato di attuazione». Anche perché, aggiunge la premier, «in termini di spesa il Piano di ripresa e resilienza sconta alcune difficoltà: come si evince dalla nota aggiuntiva al Def di settembre, invece dei 33 miliardi previsti ad aprile, al 31 dicembre ne utilizzeremo soltanto 21».

Così Giorgia, tra una stoccatina a Draghi e un invito ai suoi a «fare in fretta» e ad «essere pragmatici e non ideologici». Bisogna evitare sprechi, ritardi, burocrazia. Palazzo Chigi è impegnato «ad assicurare la massima integrazione tra le diverse fonti di finanziamento aggiuntive, con maggiore efficacia e efficienza». Come a dire che nelle ultime settimane il governo precedente avrebbe un po' mollato la presa. Polemiche soft a parte, ora basta cali di tensione, c'è da coordinare al meglio le risorse. Il tesoretto di dieci miliardi lasciato da Super Mario, il pacchetto energia da trenta, gli aiuti europei.

Ecco che a Bruxelles Giancarlo Giorgetti incontra il presidente Ecofin Zbynek Stanjura e lo rassicura sulla tenuta italiana. «Il pagamento della seconda rata del Recovery Fund da parte della Commissione Ue è la dimostrazione concreta che abbiamo svolto i passaggi necessari per tagliare questo traguardo e che continueremo ad agire con la stessa determinazione fino al raggiungimento dell'obiettivo». La cabina di regia, si legge in una nota della presidenza del Consiglio, controllerà «sistematicamente» lo stato di attuazione del Pnrr e «individuerà le soluzioni tecnico-politiche per superare eventuali criticità».

La prossima settimana Raffaele Fitto farà un giro d'orizzonte convocando le varie amministrazioni. «Vogliamo rispettare i tempi previsti e usare tutte le risorse».

Oggi Meloni vedrà i sindacati, venerdì toccherà alla Confindustria, a tutti illustrerà le prossime misure anti crisi. «Occorrono investimenti», dice Maurizio Landini. «Serve uno shock - concorda Carlo Bonomi - bisogna dare più soldi ai lavoratori». Bollette e occupazione saranno quindi al centro dei colloqui tra esecutivo e parti sociali. «Non sappiamo quanto durerà questa crisi - insiste Bonomi - ma il governo avrà meno risorse a disposizione del precedente. I soldi in cassa vanno messi tutti sull'energia, perché va difesa la nostra iniziativa, l'asset che ci ha sempre fatto rimettere in piedi».

Lo shock che il presidente degli industriali vuole prevede un intervento di 19 miliardi, due terzi per i dipendenti e un terzo per le imprese. «Vorrebbe dire mettere 1200 euro in più in tasca, una mensilità, alle persone che hanno un reddito sotto i 35 mila euro». Quanto al Pnrr, bisogna imparare a spendere bene.

«É vero che abbiamo 170 miliardi da qua al 2026, però che senso ha comprare 3000 bus elettrici se non sappiamo quante aziende italiane li producono? Non possiamo spendere quella cifra e non creare posti di lavoro».

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