Senza troppi giri di parole, Giorgia Meloni a Repubblica definisce "mercato delle vacche" il mercanteggio dei giorni precedenti al voto da parte di Giuseppe Conte e dei suoi uomini per trovare i numeri al Senato. Un "mercato delle vacche" che fatto da loro si trasforma in una "boutique delle chianine" davanti alla quale il leader di Fratelli d'Italia si rifiuta di "dare per scontato che il capo dello Stato si accontenti di fare solo da spettatore". La speranza, non troppo segreta, di Giorgia Meloni è che "eserciti la sua moral suasion", considerando l'ipotesi di sciogliere le Camere.
"Il governo perde un pezzo della sua maggioranza, chiede la fiducia e non ottiene né la maggioranza assoluta per governare in un momento tanto delicato, né quella dei presenti", sottolinea Giorgia Meloni facendo riferimento alla conta in Senato di martedì sera, quando Giuseppe Conte ha ottenuto 156 voti favorevoli, recuperandone due su filo di lana. Il leader di Fratello d'Italia spiega che "in un mondo normale" in queste condizioni il presidente del Consiglio rimetterebbe il mandato nelle mani del presidente della Repubblica e a tal proposito porta l'esempio del governo Berlusconi, che "nel 2011 si dimise ottenendo alla Camera sul voto di Bilancio una maggioranza di 308 voti". E la situazione era ben diversa, visto che l'esecutivo era stato "scelto dagli elettori con un premier da loro indicato, non uno a capo di una coalizione di forze che si sono combattute in campagna elettorale, un signore di cui gli italiani non conoscevano l’esistenza prima che ricevesse tale incarico".
Per Giorgia Meloni, vista la situazione, "è irresponsabile andare avanti con un governo che sta in piedi grazie al voto di voltagabbana". Fa riferimento alle presunte promesse fatte dall'esecutivo per atrarre a sé quanti più voti possibili, "echeggiate perfino nel discorso di Conte in Aula". Un brutto spettacolo che lede non solo la dignità dell'Italia ma anche la sua immagine all'estero. Sulle tre defezioni complessive tra Camera e Senato durante le votazioni, Giorgia Meloni non fa una tragedia, anzi. Nelle settimane precedenti da Palazzo Chigi arrivavano indiscrezioni che volevano un vero e proprio esodo verso il gruppo dei responsabili, che non c'è stato. Il centrodestra è più coeso che mai e il risultato ottenuto è stato molto positivo, "Tanto più tenendo conto della diversa forza in campo tra chi fa l’opposizione e chi, da Palazzo Chigi, fa partire a raffica telefonate suadenti chiedendo 'cosa vorresti in cambio per sostenere l’esecutivo?'".
Il leader di FdI è critica verso Matteo Renzi, che "prima rivendica di aver fatto nascere il Conte II ma dice che Conte è pessimo, poi lo sfiducia e però dice che è pronto a tenerlo lì". Nel comportamento in Senato di Italia viva, Giorgia Meloni legge una strategia precisa: "Hanno votato alla seconda chiama, forse si sono tenuti aperte entrambe le porte: dare il colpo finale al governo se ci fossero stati i numeri o lasciare ancora uno spiraglio alla ricucitura".
Ora il centrodestra guarda al futuro del Paese e lo scenario presentato dalla Meloni non è roseo: "Non hanno la maggioranza in 10 commissioni su 14. [...] Il Parlamento già da due mesi è bloccato per questa crisi che hanno aperto loro: fa poco e male, è quasi immobile. D’ora in poi sarà ancora peggio". Una situazione che l'Italia non si può permettere, tanto più in questo momento storico. Sarà questo il concetto che la coalizione presenterà quest'oggi a Sergio Mattarella, che Giorgia Meloni si dice certa che "vorrà ascoltare anche il punto di vista dell’opposizione". Il suo obiettivo sono le elezioni ed è possibilista sull'ipotesi che il presidente della Repubblica sciolga le Camere, anche sulla base dell'interpretazione dell'articolo 81 della Costituzione fatta da Costantino Mortati, costituzionalista. Come riportato dalla Meloni, secondo il noto cultore della materia, è "facoltà del capo dello Stato di sciogliere le Camere quando dovesse ravvisare che c’è troppa distanza, c’è discrasia, tra il Paese e il Palazzo". Una situazione che per lei è quella attuale del Paese.
"Penso che in momenti difficili per il Paese, in cui vanno prese decisioni, serve un governo forte nei numeri e nel mandato popolare", ha detto il leader di FdI.
Tuttavia, l'ipotesi di arrivare alle elezioni anticipate è remota al momento ma Giorgia Meloni difende la legittimità della richiesta del voto, così come sostiene sia legittimo "verificare le condizioni per un incarico al centrodestra, che a differenza di questa maggioranza è formato da una coalizione coesa".
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