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Meloni snobba la Federazione e invoca le urne. Schiaffo in Sicilia

La leader di Fdi: "Alleanze innaturali pur di sopravvivere al governo mentre il Paese affonda". E in vista del voto sull'isola si smarca e rilancia Musumeci

Meloni snobba la Federazione e invoca le urne. Schiaffo in Sicilia

La guerra fredda continua. Non è tempo di appeasement, di riavvicinamenti e pacificazioni. Le scorie lasciate dalla virata finale dei partiti di centrodestra sul nome di Sergio Mattarella sono ancora molto visibili. Un Big Bang che ha interessato tutti i protagonisti, ma è deflagrato in maniera quantomai visibile nel centrodestra, una alleanza collaudata che governa in 15 regioni ma che a livello nazionale è divisa dal governo Draghi.

Fratelli d'Italia continua nella sua linea critica verso gli alleati. «Noi abbiamo sempre anteposto gli interessi della coalizione, adesso non siamo più disponibili a farlo», spiegano. E Giorgia Meloni (nel tondo) su Facebook respinge qualsiasi ipotesi di federazione. «L'Italia affonda nella crisi economica, le famiglie e le imprese sono in ginocchio e le nostre coste sono prese d'assalto dall'immigrazione clandestina, ma i partiti che sostengono questo governo sono impegnati a dar vita ad alleanze e federazioni del tutto innaturali pur di sopravvivere. Per quanto tempo ancora avranno intenzione di tenere in piedi questo spettacolo indecoroso?», scrive la presidente di Fdi. «Il potere del popolo è più forte delle alchimie di Palazzo. Ridiamo la parola al popolo italiano che in democrazia è sovrano».

Il messaggio è chiaro: in questo momento non ci sono le condizioni per forme di collaborazione strutturate, per cabine di regia o federazioni. «Il partito Repubblicano? Ne aveva parlato Giorgia Meloni l'anno scorso. Oggi dobbiamo dire che il centrodestra parlamentare non c'è più, è stato polverizzato dopo le elezioni del presidente della Repubblica, quindi bisogna capire chi sta con chi e quali sono i progetti», dice Daniela Santanchè a LaPresse. «Oggi naturalmente abbiamo qualche difficoltà, a noi interessano i contenuti, siamo a favore di un progetto non di cambiare un nome che ci sembra una pittata direbbe qualcuno. Non è quello che ci chiedono gli italiani». Dentro Fratelli d'Italia, peraltro, fanno notare che senza spingersi fino ai Repubblicani Giorgia Meloni è presidente della famiglia dei Conservatori Europei e ha in animo di sviluppare il progetto dei Conservatori Italiani, partendo da una visione confederale. Un progetto lanciato soltanto due mesi in occasione del Festival di Atreju nella sua versione natalizia.

Salvini, arrivando al consiglio federale della Lega evita di rinfocolare la polemica con l'alleato. «Io non dico di no mai a nessuno. Lavoro per unire, non per dividere», risponde a chi gli chiede se ci sia un posto per Giorgia Meloni nella federazione di centrodestra. Da Fratelli d'Italia, invece, si guarda anche ai prossimi appuntamenti elettorali con una investitura chiara per Nello Musumeci in vista delle Regionali del prossimo autunno. Giorgia Meloni ha incontrato nei giorni scorsi il presidente della Regione Siciliana insieme al vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, il capo dell'organizzazione Giovanni Donzelli, i coordinatori siciliani Salvo Pogliese e Giampiero Cannella e l'assessore Manlio Messina. Un incontro al termine del quale è stata ribadito «l'assoluto apprezzamento dell'operato del governatore Musumeci. FdI considera naturale la sua ricandidatura alla presidenza della Regione. Tra Fratelli d'Italia e Diventerabellissima, il movimento del governatore, si è stabilito sin d'ora un rapporto di costante consultazione».

Con l'auspicio di «affrontare in un clima di serenità una sfida elettorale che non può non vedere riconfermata in Sicilia la fiducia al buon governo di questi anni».

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