Meloni al telefono con Netanyahu: "A Gaza situazione insostenibile"

La premier chiede a Bibi la fine del conflitto. Mattarella attacca: "Bombardare le chiese non è un errore, è diabolico". E diventano 14 i Paesi pronti a riconoscere la Palestina

Meloni al telefono con Netanyahu: "A Gaza situazione insostenibile"
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Una telefonata non proprio amichevole. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Meloni, riferisce Palazzo Chigi, "ha insistito sulla necessità di porre immediatamente fine alle ostilità, a fronte di una situazione a Gaza che è insostenibile e ingiustificabile". La premier ha ribadito a Bibi anche l'urgenza indifferibile di garantire un accesso umanitario pieno e senza ostacoli alla popolazione civile, rinnovando l'impegno dell'Italia in tale ambito, tramite l'iniziativa Food for Gaza che porterà all'accoglienza di altri 50 civili palestinesi.

Un forte monito è arrivato pure dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "L'incredibile bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza è stato definito un errore. Da tanti secoli, da Seneca a S. Agostino, ci viene ricordato che errare humanum est, perseverare diabolicum. Si è parlato di errori anche nell'avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recavano soccorso a feriti, nell'aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l'uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione. È difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l'ostinazione a uccidere indiscriminatamente", ha detto Mattarella.

Intanto, l'inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff è in arrivo in Israele. Incontrerà Netanyahu e visiterà i centri di distribuzione degli aiuti a Gaza. L'ultima trasferta dell'inviato di Trump in Israele risale a gennaio. Ma questa volta deve tenere conto di un pressing internazionale senza precedenti, compreso quello del suo presidente che ha annunciato "un nuovo sistema per la distribuzione degli aiuti". La Francia e 14 Paesi, tra cui Canada e Australia, "invitano" i Paesi del mondo a esprimere la loro volontà di riconoscere lo Stato di Palestina. Il lancio di questo "appello di New York" è avvenuto a seguito di una conferenza ministeriale delle Nazioni Unite tenuta nella Grande Mela co-presieduta dalla Francia e dall'Arabia Saudita, per una soluzione a due Stati del conflitto israelo-palestinese. Gli altri Paesi firmatari dell'istanza sono: Andorra, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, San Marino, Slovenia e Spagna.

Il movimento, però, è già partito da giorni. Il primo ministro britannico Starmer ha annunciato martedì che il Regno Unito riconoscerà la Palestina se Israele non arriverà al cessate il fuoco nella Striscia dopo che Macron ha dichiarato che la Francia farà lo stesso. C'è da sottolineare che molti Paesi occidentali sono indignati per la gestione del conflitto di Gaza da parte dello Stato ebraico, ma le famiglie dei sequestrati ancora detenuti nella Striscia hanno attaccato: "Il riconoscimento di uno Stato palestinese mentre Hamas tiene 50 ostaggi è una palese violazione del diritto internazionale e una pericolosa violazione morale e politica che conferisce legittimità a orribili crimini di guerra".

La comunità internazionale sembra però aver imboccato questa strada. L'Ue insiste. Le immagini di persone che "muoiono di fame" a Gaza "ricordano" quelle di altri momenti tragici della storia come "quelle del ghetto di Varsavia" o "della liberazione di Auschwitz": dice la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Teresa Ribera. "Stiamo assistendo a uno spettacolo dantesco, intollerabile, inumano e immorale". Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha accusato: "L'unica soluzione realistica, giusta e sostenibile per la pace in Medioriente è quella dei due Stati". Intanto prosegue la conta dei morti nella Striscia.

L'agenzia palestinese Wafa riferisce che due persone sono stati uccise dal fuoco dell'Idf vicino all'incrocio di Netzarim. Mentre il ministero della salute di Gaza ha annunciato che negli ospedali dell'enclave sono stati registrati sette decessi dovuti a fame e malnutrizione nelle ultime 24 ore.

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