Meloni torna in tv e rivendica i risultati sull'occupazione. "L'Autonomia unisce"

La presidente del Consiglio da Del Debbio su Rete4: "Numeri migliori dai tempi di Garibaldi. Il governo difende l'assegno unico"

Meloni torna in tv e rivendica i risultati sull'occupazione. "L'Autonomia unisce"
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Nella prima intervista televisiva post vacanze, Giorgia Meloni - evidentemente con uno sguardo alla ormai imminente legge di Bilancio - si concentrata soprattutto sull'economia. Pochi, invece, gli accenni ai temi che questa estate hanno agitato le acque nella maggioranza, anzi - assicura la premier - nella «bella riunione di qualche giorno fa» con Antonio Tajani e Matteo Salvini «il centrodestra si è ritrovato compattissimo». Un passaggio, inevitabile, lo fa anche sulla bufera che sta coinvolgendo il titolare della Cultura Gennaro Sangiuliano, con una difesa che è una presa d'atto delle parole del ministro sul ruolo avuto dalla sua mancata consulente Maria Rosaria Boccia (Sangiuliano «mi garantisce - dice Meloni - che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato sul G7 e, soprattutto, mi garantisce che non un euro di soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona»).

ECONOMIA

Ospite di Paolo Del Debbio su Rete4, la premier rivendica i «dati economici positivi». «Sono obiettivamente la cosa che mi conforta di più, perché - spiega - siamo stati abituati a un'Italia fanalino di coda, mentre ora abbiamo un Italia che secondo le stime della Commissione Ue cresce più della media dell'Eurozona, più di Francia e Germania».

OCCUPAZIONE

Meloni sottolinea quindi i dati sull'occupazione. «Adesso abbiamo il tasso più basso dal 2008 e il numero più alto di occupati da quando Garibaldi ha occupato l'Italia», dice con una certa enfasi. E, aggiunge, «siamo nell'export la quarta nazione al mondo per esportazione». Insomma, «il merito grosso è delle imprese, del sistema produttivo e dei lavoratori». Ma «il governo li ha aiuta restituendo credibilità e stabilità all'Italia e con politiche adeguate».

ASSEGNO UNICO E PENSIONI

Come aveva già ripetuto diverse volte, poi, la premier ribadisce che non ha «alcuna intenzione di abolire l'assegno unico». Anzi, spiega, «io lo sto difendendo». «L'Europa - continua Meloni - ha aperto una procedura d'infrazione perché dobbiamo darlo anche a tutti gli immigrati residenti in Italia anche se i loro figli non sono qui. E questo rischia di far diventare l'assegno insostenibile». Per quanto riguarda le pensioni minime, invece, la presidente del Consiglio le definisce una «priorità». In questi due anni - dice - abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le minime, che sono cresciute in modo significativo». «Un'opera equa», la definisce Meloni che rimanda al mittente «gli slogan» di Elly Schlein che «sono belli ma si smontano con i dati».

AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Sul fronte riforme, poi, la premier entra nel merito di quello che in questi ultimi mesi è stato un motivo di discrete tensioni all'interno della maggioranza, soprattutto fra Lega e Forza Italia, che ha i suoi principali bacini elettorali al Sud. Meloni nel vertice di maggioranza aveva raccomandato ai suo vicepremier più prudenza. E a favore di telecamere ci tiene a sottolineare che «l'autonomia differenziata non è una legge che sta introducendo questo governo ma esiste in Costituzione da 23 anni», cioè «da quando nel 2001 fu approvata dalla sinistra». Adesso, aggiunge, «noi normiamo il principio e lo facciamo per evitare sperequazioni e divari tra regioni». Insomma, «non stiamo spaccando l'Italia, stiamo cercando di riunificarla» perché l'autonomia «non è uno scontro tra nord e sud, ma tra classi dirigenti capaci e meno capaci».

SICUREZZA E GIOVANI

Del Debbio le chiede infine un commento sull'omicidio di Sharon Verzeni. E Meloni non sembra seguire Salvini che aveva sottolineato come il suo assassino fosse un italiano di seconda generazione. «Qui non parliamo di un immigrato illegale ma di un cittadino italiano.

È - dice - una situazione sinistramente più simile alla tragedia del ragazzo che a Milano ha ucciso tutta la sua famiglia». «Serve un dibattito serio per capire cosa sta succedendo alle giovani generazioni. Perché - conclude - credo che non abbiamo capito l'impatto di internet, degli smartphone e del covid sui nostri ragazzi».

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