Meloni a Trump e ai leader Ue: l'Italia è pronta a favorire la pace

Due call con Donald egli altri. La telefonata di venerdì. "Bene i colloqui in Vaticano"

Meloni a Trump e ai leader Ue: l'Italia è pronta a favorire la pace
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Domenica ha fatto gli onori di casa durante l'incontro a Palazzo Chigi tra J.D. Vance e Ursula von der Leyen. E poi, a tarda sera e di nuovo ieri, ha avuto due conversazioni con Donald Trump che aggiornava i leader europei sui negoziati in corso tra Mosca e Kiev. La prima insieme al francese Emmanuel Macron, il tedesco Friedrich Merz e l'inglese Keir Starmer, la seconda - annunciata dalla Casa Bianca al termine delle due ore di colloquio tra il presidente americano e Vladimir Putin - in collegamento con l'ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione Ue von der Leyen, Macron, Merz e il finlandese Alexander Stubb. Per Giorgia Meloni, insomma, i fatti di Tirana sembrano solo un ricordo. Perché dopo le tensioni che hanno accompagnato la sua assenza al colloqui tra Trump e i leader europei a margine del vertice della Comunità politica europea, la premier è rientrata a pieno titolo nei giochi. Su esplicita richiesta di Washington, spiega Stefan Kornelius, portavoce del cancelliere tedesco. «Il format della telefonata di domenica - dice - è stato auspicato dagli americani e rispecchia il fatto che Meloni ha un rapporto molto buono con il presidente statunitense e può far valere la sua influenza». Per dirla con le parole di Carlo Fidanza, ai «velleitarismi di Macron» la premier risponde «con la concretezza», facendo in modo di «favorire il dialogo tra Usa e Ue sui dazi» e «dando il suo contributo sull'Ucraina». E il capo-delegazione di Fdi a Bruxelles e vicepresidente di Ecr non lesina critiche all'inquilino dell'Eliseo, che «cerca di recuperare consensi in Francia» con uno «scomposto personalismo sul fronte internazionale». Una replica all'affondo di Macron, che venerdì scorso aveva accusato indirettamente Meloni di «divulgare false informazioni», con tanto di riferimento alle fake news di Mosca. La premier, infatti, aveva rivendicato di non aver partecipato alla call da Tirana con Trump perché l'Italia non è disponibile a mandare truppe sul campo in Ucraina e Macron aveva replicato a stretto giro che nella riunione non si era parlato dell'invio di contingenti militari. Una risposta celere, nella quale avrebbe peraltro avuto un ruolo Matto Renzi. Nel fine settimana, infatti, è stato proprio il leader di Italia viva a rivendicare in privato e con diversi interlocutori di aver segnalato lui a Macron che Meloni aveva attributo la non partecipazione all'invio o no di truppe. D'altra parte, che tra il presidente francese e la premier non corra buon sangue non è certo un mistero. E che Parigi abbia spinto o semplicemente gradito la sua esclusione dalla telefonata di Tirana è più che probabile. Uno scontro diplomatico che ha avuto il suo cambio di passo nella notte di venerdì, quando rientrata dall'Albania Meloni ha sentito al telefono Trump facendogli presente che Macron gioca da tempo una partita politica contro l'Italia e che questo indebolisce non solo il fronte occidentale ma anche il principale governo conservatore d'Europa. Considerazioni che hanno trovato ascoltato alla Casa Bianca.

Così, dopo il vertice di Palazzo Chigi tra Vance e von der Leyen, sono arrivate le due telefonate di Trump pre e post colloquio con Putin. Due conversazioni - quella di domenica e quella di ieri - in cui il presidente americano ha condiviso con i leader Ue l'andamento dei negoziati tra Russia e Ucraina. Che faticano a decollare, anche se l'ex tycoon mostra grande ottimismo e spiega che il confronto con Putin «è andato molto bene». Tra gli alleati europei, però, si respira un filo di cautela in più, comunque nella consapevolezza che qualche passo in avanti si sta vedendo. «Si lavora - si legge in una nota di Palazzo Chigi che segue la seconda telefonata con Trump - per un immediato avvio dei negoziati tra le parti e che possano condurre il prima possibile a un cessate il fuoco e a costruire le condizioni per una pace giusta e duratura in Ucraina».

E in queste senso, «è stata considerata positivamente la disponibilità del Santo Padre a ospitare i colloqui in Vaticano». L'Italia, spiega Meloni, «è pronta a fare la sua parte per facilitare i contatti e lavorare per la pace».

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