Memoria del governo: tutelata la sicurezza dell'Italia

Depositate in Giunta le 23 pagine a difesa di Mantovano, Nordio e Piantedosi

Memoria del governo: tutelata la sicurezza dell'Italia
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Una questione di interesse nazionale e di sicurezza del Paese. È stata depositata in Giunta per le autorizzazioni della Camera la memoria difensiva congiunta del sottosegretario Alfredo Mantovano e dei ministri di Giustizia e Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, sul caso Almasri. Il tribunale dei ministri chiede al Parlamento di procedere a vario titolo per favoreggiamento, omissione d'atti d'ufficio e peculato, per aver rimpatriato a bordo di un volo dei servizi segreti il cittadino libico su cui pendeva un mandato di cattura della corte penale internazionale. La memoria unica da 23 pagine rispecchia la linea unitaria scelta da subito da Giulia Bongiorno. Vengono ribaditi i concetti contenuti in quella già inviata al Parlamento e viene stigmatizzato l'impianto accusatorio del tribunale dei ministri, che andrebbe a sindacare quello che sarebbe stato a tutti gli effetti un atto politico. In ballo c'era cioè la tutela della sicurezza nazionale e degli interessi dello Stato, che sarebbero stati esposti a ritorsioni in seguito all'arresto di Alamsri.

A rischio in particolare i cittadini italiani in Libia, ma anche le attività economiche e strategiche dislocate nel Paese nordafricano. Nessuna finalità personale o privata, dunque, dietro alla scelta di rimpatriare il libico, il cui arresto avrebbe imposto tempi inadeguati per una riflessione. Sarebbe stato meglio, secondo la linea della difesa, che la corte penale internazionale avesse avviato un'interlocuzione direttamente con il ministero della Giustizia, prima di diffondere alle forze dell'ordine l'avviso della presenza di Almasri in Italia. E del resto la valenza politica di quell'arresto sarebbe emersa sin dalle prime interlocuzioni al ministero.

Si cita anche il caso Bartolozzi, la capo di gabinetto di Nordio indagata dalla Procura di Roma per false dichiarazioni, a seguito del fascicolo trasmesso dal Tribunale dei ministri, che ha bollato la sua testimonianza come mendace. Il governo vuole blindare la dirigente ed estendere anche a lei lo scudo previsto per i ministri con l'autorizzazione a procedere. Viene infatti ribadito che il reato contestato sarebbe connesso a quelli ministeriali, e che dunque sarebbe illegittimo portare Bartolozzi alla sbarra in un processo ordinario. E qui, viene anche spiegato, non sfugge un intento antigovernativo nella mossa dei magistrati. I giudici che vorrebbero processare i ministri vengono criticati anche per aver di fatto screditato i testimoni ascoltati, compresi i capi dei nostri servizi segreti, e di averne forzato le dichiarazioni pur di supportare la tesi accusatoria. Quanto al mezzo scelto per riportare Almasri in Libia, un volo Cai dei servizi segreti, i nostri 007 avevano già precisato che quella scelta, di competenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, fosse la più appropriata visto che sarebbe stato difficile garantire la sicurezza e l'immediata consegna alle autorità di Almasri con un volo commerciale di linea.

E che non sarebbe stata la prima volta di voli dell'intelligence usati per rimpatri delicati, come quelli di latitanti o foreign fighters. Domani se ne discuterà in giunta per le autorizzazioni. L'obiettivo dell'esecutivo è portare in aula la richiesta il 30 settembre. Affinché la maggioranza la respinga.

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