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Meningite, rientrato l'allarme a Roma Non contagioso il ceppo che colpì la prof

Le analisi al Gemelli: «Quel batterio non si trasmette fra le persone»

Marco Palma

Questa volta l'allarme sembra rientrato: il ceppo della meningite che ha colpito Maria Pia De Nigris, l'insegnante di 59 anni della scuola Cesare Battisti di Roma, morta il giorno di santo Stefano, non si trasmette tra persone. Lo ha reso noto la Regione Lazio, dopo gli esami effettuati al policlinico Gemelli: «Non si tratta di meningite meningococcica di tipo C, ma di una forma dovuta al batterio escherichia coli senza rischio di trasmissione diretta da persona a persona». Gli alunni che frequentano la classe dell'insegnante deceduta, a scopo precauzionale e profilattico, sono stati sottoposti alle cure del caso ed uguale trattamento è stato riservato a scopo precauzionale «anche agli adulti che avevano frequentato la maestra».

Una forma assolutamente diversa dalla temutissima meningite da batterio meningocco di tipo C, e che ha causato la morte di un imprenditore di 59 anni di Brescia; prima di lui una ragazza di 24 anni deceduta a novembre scorso al Niguarda di Milano; e prima ancora un caso nella provincia di Enna e quello di un bambino di 8 anni ricoverato al Meyer di Firenze.

Ma quali sono le differenze tra le varie forme di meningite? «La meningite - spiega Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità - può essere di origine virale e in questi casi è meno grave; o batterica, meno rara ma molto più aggressiva e con conseguenze anche mortali. Gli agenti della meningite batterica sono diversi: il più temuto è il meningococco, quello cioè dei casi in Toscana e due morti a Milano. Poi c'è lo pneumococco: per tutte queste forme c'è il vaccino». L'escherichia coli che ha ucciso l'insegnante a Roma, aggiunge Rezza, «è un batterio che sta comunemente nel nostro intestino e si trasmette con le feci. Molte persone ce l'hanno senza avere nessun problema; purtroppo in casi assolutamente rari può scatenare la meningite». A proposito di meningite da meningococco Rezza aggiunge: «È un batterio che pareva in estinzione e che sembrava sotto controllo perché si vaccinano i bambini a 13 mesi. Positivo che in Toscana sia partita una vaccinazione più allargata. Ecco perché non bisogna parlare di allarme: ma è necessario vigilare attentamente. La vaccinazione per legge contro il meningococco C non rientra tra quelle obbligatorie ma in quelle raccomandate. Il punto è che se un adolescente non si è vaccinato da piccolo lo faccia ora per essere protetto». Tra l'altro Rezza dice che «moltissimi bambini sono stati vaccinati con il monovalente di tipo C. Oggi la raccomandazione è quella di usare, specie in età adolescenziale, il vaccino quadrivalente contro i ceppi A, C, Y, W perché copre molti più ceppi batterici che caratterizzano la malattia». E questo ha anche una spiegazione di tipo migratorio. «I giovani oggi si muovono verso molti paesi, specie dell'Est, ma non solo.

Paesi dove la meningite esiste sotto diverse forme».

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