Merz parte con il brivido. Sotto per 18 voti, poi l'ok

Il leader Cdu bocciato alla prima votazione al Bundestag: non era mai accaduto. Alla seconda 325 "sì". Afd e Linke attaccano

Merz parte con il brivido. Sotto per 18 voti, poi l'ok
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Fumata grigia sul Bundestag. Soltanto al secondo scrutinio, il presidente della Cdu Friedrich Merz è stato eletto cancelliere dal parlamento federale, alla guida di un governo formato da popolari e socialdemocratici. È la prima volta nella storia della Repubblica federale tedesca, un tempo simbolo di stabilità, dove stanno crollando gli idoli della prosperità economica e degli esecutivi forti mentre monta la polarizzazione con l'ascesa del partito di estrema destra AfD.

Merz e il suo governo vogliono fungere da argine, riportare la Germania «in avanti» con la ripresa dell'economia, un rinnovato ruolo internazionale nell'Ue e nella Nato che si concretizza nel riarmo, contrasto efficace all'immigrazione illegale. Sfide titaniche per un esecutivo che si vuole forte, stabile, responsabile e che ieri ha rischiato di implodere prima ancora di nascere. Il Bundestag è stato l'epicentro di un sisma che ha scosso Germania ed Europa. In maniera del tutto inaspettata, al primo scrutinio, Merz ha mancato clamorosamente l'elezione a cancelliere in un triste primato. Presenti tutti i 630 deputati con la maggioranza a 316, i votanti sono stati 621, di cui 310 a favore e 307 contro. Tre gli astenuti, mentre un voto non è stato valido. Merz non soltanto non ha ottenuto la maggioranza assoluta, ma ha anche dovuto subire l'umiliazione di essere impallinato da diciotto franchi tiratori tra popolari e socialdemocratici.

Uno schiaffo al presidente della Cdu e alla credibilità della Germania, alla vigilia di importanti visite di Merz a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron e a Varsavia dal primo ministro polacco Donald Tusk. Il sisma si è propagato alla Borsa di Francoforte, crollata trascinando con sé le altre piazze europee. Dai banchi dell'opposizione, Alice Weidel di AfD osservava ridendo l'umiliazione di Merz e chiedeva elezioni anticipate: «Siamo pronti per la responsabilità di governo». Si concretizzava l'incubo di Weimar, quando le divisioni tra i democratici favorirono l'ascesa dei «radicali» come ammoniva Markus Söder, presidente della Csu e primo ministro della Baviera. In un avvertimento ai franchi tiratori nella maggioranza, Söder aggiungeva che «non è tempo di giochetti».

È quindi partita una corsa contro il tempo, con il Bundestag che avrebbe avuto due settimane per un secondo scrutinio. Se Merz avesse nuovamente perso, un'alternativa si sarebbe potuta trovare a maggioranza semplice alla terza votazione. In tal caso, il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier avrebbe avuto sette giorni di tempo per conferire il mandato al vincitore o sciogliere il Bundestag e indire nuove elezioni. Trattative frenetiche si sono tenute tra Cdu, Csu, Spd e, all'opposizione, Verdi e Die Linke. I cinque partiti hanno concordato una seconda votazione del cancelliere nella stessa giornata di ieri, con ecologisti e post-comunisti contro Merz. Per il deputato di AfD Christoph Naumann, questa soluzione non poteva mascherare «la disfatta storica» del presidente della Cdu. Merz era, infatti, stato già «sfiduciato dai suoi stessi deputati» e il suo governo sarebbe nato in «estrema instabilità, il contrario di ciò di cui la Germania ha bisogno, contro la volontà del popolo».

Al secondo scrutinio, a cui hanno preso parte 618 parlamentari, Merz è stato eletto cancelliere con 325 voti favorevoli ossia tre in meno della sua maggioranza, 289 contrari, un'astensione e tre schede non valide.

Al giuramento da capo del governo, dopo aver definito il voto «una prova di maturità superata», il presidente della Cdu ha concluso con la formula «Che Dio mi aiuti». Un ausilio di cui avrà certamente bisogno chi vuole riportare la Germania «in avanti» e parte azzoppato.

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