Migrante si impicca davanti ai passanti

Il 31enne richiedente asilo del Mali suicida a pochi passi dal centro di accoglienza

Migrante si impicca davanti ai passanti

Milano Ha calato una corda da un palo della ferrovia alla stazione Centrale. E si è impiccato così, alle 12,10, a Milano, all'altezza di Ferrante Aporti. I passeggeri lo hanno visto salire su un muretto e lanciarsi giù. Il giovane proveniva dal Mali (Africa occidentale) aveva 31 anni e nessun documento addosso. Era in Italia da un anno e mezzo. Quando è stato soccorso era ancora vivo, ma gravissimo. La morte è stata accertata intorno alle 12.50 a Niguarda.

La vita di questo giovane richiedenti asilo è finita a Milano, città che oggi ospita 3.600 profughi. È finita a pochi passi dalla stazione Centrale e dall'hub di via Sammartini, il centro che, fra mille polemiche, da mesi accoglie migranti e «transitanti». Una tragedia dell'immigrazione incontrollata o della cattiva accoglienza? Su questo adesso si divide la città, che il 20 mggio vedrà scendere in piazza sindaco, assessori e partiti, tutti aderenti alla marcia dedicata all'accoglienza «senza muri».

L'arcidiocesi ieri ha promosso un momento di preghiera in una parrocchia. Il sindaco Beppe Sala, ha prontamente diffuso un messaggio istituzionale: «L'amministrazione comunale - si legge - esprime cordoglio e dolore per il giovane uomo trovato senza vita questa mattina in via Ferrante Aporti. Il ragazzo di origine straniera non aveva con sé documenti o segni di riconoscimento e non risulta tra gli assistiti presso l'hub di via Sammartini o presso le strutture di accoglienza del Comune di Milano». «L'amministrazione - Palazzo Marino ha voluto sottolinearlo - ritiene indispensabile insistere, ancora più di prima, a sostegno delle buone pratiche di accoglienza e integrazione». E l'assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino (Pd) ha spiegato che la priorità è «rafforzare ancora di più la rete degli interventi sociali».

Opposto il punto di vista dell'ex vicesindaco, e oggi capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato: «La drammatica morte di un uomo africano in via Ferrante Aporti - ha detto - ci deve far riflettere. Perché non solo succede a ridosso di un luogo simbolico, la stazione Centrale, che in questi anni sta diventando il simbolo dell'accoglienza sregolata, dei clandestini e tutt'attorno di microdelinquenza e spaccio. Ma soprattutto, la morte di un extracomunitario per impiccagione conferma che accogliere in modo indiscriminato non produce solo disagi o squilibri tra gli italiani, ma anche la disperazione in persone accolte e stipate a centinaia negli stessi luoghi, senza alcuna vera speranza di un futuro». Majorino ha poi parlato di «avvoltoi».

Pochi giorni fa, proprio in stazione Centrale, la polizia ha condotto uno spettacolare blitz contro l'immigrazione clandestina, con l'impiego di elicotteri, agenti in tenuta antisommossa e a cavallo. Per facilitare l'identificazione delle persone nei piazzali sono stati chiusi perfino i varchi della metropolitana.

L'operazione l'ha voluta il questore, per contrastare «la situazione di degrado in cui versa la zona», dove - la questura lo ha ammesso apertamente - sono solitamente presenti «cittadini stranieri, persone senza dimora e cittadini italiani con precedenti di polizia».

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