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Migranti, Kamala come Trump. "Non venite negli Stati Uniti"

La vicepresidente Usa in Centro America: "Confini da proteggere". Ma niente critiche all'idolo della sinistra

Migranti, Kamala come Trump. "Non venite negli Stati Uniti"

Il pugno duro sull'immigrazione illegale, in particolare dai paesi del Centramerica, è stato uno dei cavalli di battaglia dell'amministrazione di Donald Trump, e una delle politiche dell'ex inquilino della Casa Bianca più criticate dai rivali democratici. La crociata per la costruzione del muro alla frontiera meridionale, così come i moniti ai clandestini provenienti da paesi come Messico, Guatemala o El Salvador erano divenuti il suo marchio di fabbrica. Decisamente diverso, invece, è se a pronunciare avvertimenti simili a quelli di trumpiana memoria è l'attuale vice presidente Usa Kamala Harris, icona dei progressisti a stelle e strisce e non solo.

«Voglio essere chiara per le persone in questa regione che stanno pensando di intraprendere il pericoloso viaggio verso il confine tra Stati Uniti e Messico: non venite», ha detto Harris nel corso della conferenza stampa con il leader del Guatemala, Alejandro Giammattei, durante la sua prima missione all'estero da vice presidente. «Gli Usa continueranno a far rispettare le nostre leggi e a proteggere i nostri confini. Esistono metodi legali con cui la migrazione può e deve avvenire, ma come una delle nostre priorità scoraggeremo la migrazione illegale», ha aggiunto, avvertendo: «Se verrete al nostro confine, sarete rimandati indietro». Parole che tanti hanno letto come una conferma della linea portata avanti dall'ex presidente americano nei suoi quattro anni alla Casa Bianca, che scatenava puntualmente valanghe di critiche. In questo caso la levata di scudi negli Usa è stata decisamente più limitata, soprattutto tra le file dell'Asinello, fatta eccezione per l'ultraprogressista Alexandria Ocasio-Cortez, che su Twitter ha attaccato duramente la numero due di Biden. «Primo, cercare asilo in qualsiasi punto del confine Usa è un metodo legale di arrivo al 100% - ha spiegato la deputata dem - Secondo, gli Stati Uniti hanno speso decenni contribuendo a cambiare regimi e a destabilizzare l'America Latina. Non possiamo incendiare la casa di qualcuno e poi incolparlo perché fugge». Ma la polemica è sbarcata anche oltreoceano, con la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che su Facebook ha scritto: «La vice presidente Usa e idolo della sinistra ora parla come Trump e rivolgendosi ai migranti che vorrebbero entrare negli Stati Uniti dice chiaramente che l'immigrazione illegale sarà contrastata... Così come fa qualsiasi nazione al mondo, tranne l'Italia ostaggio della sinistra immigrazionista». «Che dite, sentiremo il solito grido sdegnato di politici, giornalisti e intellettualoni nostrani o questa volta faranno finta di niente?», ha proseguito.

Harris, dopo la tappa in Guatemala, ieri era in Messico per incontrare il presidente Andres Manuel Lopez Obrador. Joe Biden le ha affidato a marzo l'incarico di gestire l'emergenza dei migranti al confine sud, un dossier che si è rivelato il primo vero campo di crisi della nuova amministrazione. Il 46esimo presidente Usa ha fatto della promessa di cancellare la tolleranza zero del suo predecessore uno dei punti di forza della sua campagna elettorale, ma ha più volte rischiato l'effetto boomerang. Soprattutto per l'ondata di clandestini partiti dai paesi del Centro America dalla fine dell'anno scorso seguendo le sue assicurazioni di leggi più umane e tolleranti, che hanno provocato una profonda crisi al confine tra febbraio e marzo. Harris ha riconosciuto che molte persone sono costrette ad abbandonare il posto dove sono cresciute per sfuggire alla violenza, alla povertà, alla corruzione, ai disastri naturali, «ma dobbiamo dare un senso di speranza che gli aiuti sono in arrivo, che c'è un motivo di essere fiduciosi nel loro futuro e in quello dei loro figli».

Pur ammettendo che «non ci sarà una soluzione rapida, non vedremo un ritorno immediato, ma vedremo progressi».

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