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Migranti, dalla Ue primo sì alla lista dei Paesi sicuri

Nell'elenco dei sette Stati anche Tunisia e Marocco. Ora rimpatri più rapidi. Asse Ppe-destre, ira della Salis

Migranti, dalla Ue primo sì alla lista dei Paesi sicuri
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Il diritto europeo riscrive la giurisprudenza creativa in materia di immigrazione. La sinistra e le Ong rosicano, la maggioranza esulta per la decisione di Bruxelles (con 39 voti sì, 25 contrari e 8 astensioni) di approvare una lista di "Paesi sicuri" a cui negare - sostanzialmente di default - la possibilità di chiedere asilo politico in Europa. La decisione della commissione per le Libertà civili del Parlamento europeo arriva grazie all'alleanza tra Ppe e partiti di destra: l'elenco Ue è in linea con la proposta della Commissione e con i "Paesi sicuri" già individuato dall'Italia. Oltre a Bangladesh, Colombia, Egitto, Kosovo e India ci sarebbero anche Marocco e Tunisia. Tutti i Paesi che vogliono aderire alla Ue come Albania e Montenegro del Nord saranno considerati "sicuri", salvo circostanze specifiche come la violazione dei diritti e delle libertà fondamentali che porterebbero a un congelamento del processo di adesione. "È un passaggio cruciale per dotare l'Unione di regole più chiare, coerenti e realmente applicabili nella gestione dei flussi migratori", spiega Alessandro Ciriani di Fdi.

L'elenco dei Paesi considerati "sicuri" in Italia è stato strumentalmente modificato da alcune sentenze dei tribunali italiani, come le sezioni Immigrazione, che hanno contestato l'interpretazione data dalla nostra diplomazia, lasciando in Italia stranieri arrivati in modo irregolare, senza diritto d'asilo, solo perché a discrezione del giudice il ritorno del migrante lo poteva esporre al rischio di ritorsioni. Con questo verdetto la discrezionalità delle singole corti d'appello - che hanno preso il posto delle sezioni Immigrazione - si ridimensiona e di molto: ogni Paese può decidere autonomamente di designare come "sicuri" altri Paesi, con possibili eccezioni per parti del loro territorio o specifiche categorie di persone (omosessuali, perseguitati politici eccetera) anche prima dell'entrata in vigore della legislazione Ue in materia di asilo, prevista a giugno 2026.

È dalla prossima estate che gli Stati membri, compresa l'Italia, potranno iniziare ad applicare procedure di frontiera accelerate per i richiedenti asilo provenienti da uno di questi Paesi sicuri, nel rispetto della normativa Ue che si annuncia più stringente ma anche dei diritti umani e degli obblighi internazionali, proprio mentre secondo i dati Frontex e Eurostat le richieste di protezione continuano a diminuire.

In questo modo torna anche in gioco l'hotspot extra Ue di Gjader e Shengjin in Albania, previsto dal nuovo Piano immigrazione e asilo della Ue, dove possono essere valutate le domande dei migranti provenienti da "Paesi sicuri" salvate dalle nostre navi militari nel Mediterraneo senza che i migranti mettano mai piede in Italia. Per le politiche anti clandestini del governo di Giorgia Meloni è una vittoria politica. Protesta la sinistra e le associazioni vicine alle Ong impegnate nel salvataggio dei migranti.

"In Tunisia la situazione dei diritti umani è drammatica, così si fa a pezzi il sistema d'asilo in Europa - spiega l'eurodeputata Pd Cecilia Strada - basterà un accordo bilaterale per rigettare una domanda di asilo ed espellere così persone fragili e vulnerabili". "Si riducono drasticamente le tutele di chi cerca la protezione internazionale", replica Ilaria Salis di Avs.

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