Il carabiniere, vita irreprensibile e un attaccamento alla divisa e alla famiglia, oggi verrà seppellito. Uno dei quattro ladri che il militare martedì scorso inseguiva a Caserta qualche attimo prima di morire, invece, è tornato in libertà.
Il giudice, infatti, ha disposto l'obbligo di dimora a Napoli, dove risiede nel rione Traiano, per Cristian Pengue, 22 anni, incensurato. Gli altri due complici sono ai domiciliari, mentre è ancora ricercato il quarto, Pasquale Attanasio, napoletano di 24 anni, riuscito a fuggire e da due giorni ricercato in tutta Italia. La sua foto e i suoi dati sono stati diramati a tutte le forze dell'ordine.
Con lui c'erano altri tre complici, che sono stati arrestati. Ai funerali a Piana di Monte Verna del vicebrigadiere Emanuele Reali, 34 anni, centrato dal treno alle 19 mentre inseguiva il topo d'appartamento, saranno presenti i familiari, i genitori del militare, i vertici dell'Arma e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
«La legge va cambiata - tuona il padre Vittorio -. L'Arma era la sua vita. Era innamorato del suo lavoro, ma questo non è un lavoro di cui ti puoi innamorare, lo Stato non ci difende, loro li arrestano e i giudici il giorno dopo li mettono fuori. È una morte assurda, non la meritava. Adesso lo chiamano eroe, ma ormai non serve a nulla. Tutti stanno dando la colpa a Salvini, ma dovrebbero ringraziarlo per ciò che sta facendo in merito alla sicurezza del nostro Paese». I malviventi che Emanuele stava inseguendo non avevano il permesso di soggiorno. «Ci stanno sterminando - ha spiegato -. Non si può continuare così». Ed è convinto che il sacrificio del figlio sia stato inutile.
La banda era attrezzata con arnesi da scasso, pistole giocattolo e ricetrasmittenti. Il compito di Pengue era quello di fare da palo, mentre gli altri svuotavano la casa di via Alfieri. Il bandito è stato fermato insieme a Pasquale Reale. Il terzo, invece, pochi minuti prima che il vicebrigadiere finisse sotto il treno. E mentre si da la caccia ad Attanasio, i tre indagati hanno chiesto i termini a difesa.
Verranno processati a dicembre per furto pluriaggravato e resistenza a pubblico ufficiale. «Tra poco il suo nome non lo ricorderà nessuno - si legge in un post sulla pagina Facebook dell'Arma -. Non avrà né strade né piazze, ma per noi Emanuele Reali sarà per sempre un eroe».
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