Rimane altissima la tensione sul dossier ucraino, con Washington e Bruxelles che studiano sanzioni severe e piani di emergenza contro una eventuale riduzione del gas russo, mentre Kiev tenta di abbassare i toni affermando che al momento una minaccia di invasione da parte di Mosca «non esiste». «Ci sono scenari rischiosi - ha spiegato il ministro della Difesa Alexei Reznikov - Ma fino a oggi le forze armate russe non hanno creato unità d'attacco tali da mostrare che siano pronte a un'offensiva domani». Il presidente americano Joe Biden, comunque, ha annunciato che potrebbe considerare sanzioni personali contro il collega Vladimir Putin se decidesse di invadere l'Ucraina. E pur se esclude un impiego di militari nel Paese, ha detto che «potremo muovere alcune truppe a breve».
Gli Usa, secondo quanto rivelato da una fonte dell'amministrazione, stanno preparando con gli alleati dei piani di emergenza per compensare una eventuale riduzione delle vendite del gas russo, mettendo in guardia il Cremlino a non usare le forniture energetiche come arma politica. Si guarda a varie aree del mondo, dall'Africa settentrionale al Medio Oriente, dall'Asia agli stessi Stati Uniti, per poter acquistare altri volumi di gas naturale in caso di riduzione delle forniture. Peraltro, alti dirigenti dell'amministrazione Biden hanno spiegato che le forniture all'Europa lungo la rotta ucraina sono già state dimezzate, circa 40 miliardi di metri cubi all'anno contro i precedenti 100. E Washington è in contatto anche con importanti acquirenti e fornitori di gas naturale liquefatto (Lng), con l'obiettivo di assicurarsi piccoli volumi da molte fonti.
Intanto il quotidiano tedesco Bild ha rivelato le sanzioni che il segretario di Stato Antony Blinken avrebbe presentato agli alleati la settimana scorsa, sottolineando che ad elaborare il piano è stato il direttore della Cia William Burns. Tra le misure ci sarebbe il blocco delle rotte commerciali di Mosca in tutto il mondo, lo stop alle esportazioni di armi, limiti al suo ruolo di maggiore fornitore di materie prime, all'attività delle ambasciate, con un massiccio ritiro del personale diplomatico. Il Washington Post, invece, fa sapere che gli Usa minacciano di bloccare l'export di materiale chiave (come i semiconduttori) per le industrie strategiche russe, dall'intelligenza artificiale al settore aerospaziale civile e all'informatica quantistica. Da Bruxelles, un portavoce della Commissione Ue ha fatto sapere che «c'è una forte unità tra i Paesi membri e i nostri partner internazionali», e «il lavoro è ad uno stadio molto avanzato per poter mettere in atto un forte deterrente e misure robuste nel caso il dialogo non abbia successo». D'altronde, per l'Alto Rappresentante per la Politica estera dell'Ue Josep Borrell l'Europa sta vivendo «il momento più pericoloso dalla Guerra Fredda».
Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato al termine dell'incontro a Berlino con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che avrà un colloquio telefonico con Putin venerdì «per fare il punto della situazione». Scholz ha ribadito che «ci sarebbero gravi conseguenze» in caso di aggressione, ricordando: «Noi abbiamo fatto molto per favorire lo sviluppo economico dell'Ucraina e siamo impegnati per mantenere in vigore i contratti per il transito del gas». Il premier britannico Boris Johnson, nel frattempo, ha affermato che «se la Russia invade siamo pronti a contribuire a qualsiasi nuovo schieramento della Nato per proteggere i nostri alleati in Europa», avvertendo Mosca del rischio di «sanzioni senza precedenti».
A Kiev, i Marines hanno rafforzato la sicurezza all'ambasciata Usa, mentre anche il Canada, dopo Washington e Londra, ha deciso di ritirare le famiglie dei diplomatici dalla capitale ucraina. E il servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha annunciato di aver smantellato un «gruppo criminale» sostenuto dalla Russia che preparava attacchi armati per «destabilizzare» alcune regioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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