
L'Europa deve agire con un interesse comune ai 27 Stati dell'Ue. Antonio Tajani (foto), di fronte ai ministri degli Esteri europei riuniti a Bruxelles, lo ripete riguardo a Iran, Israele, Gaza, Usa e Ucraina, ma introduce un altro elemento. "L'Italia intende lanciare un vero allarme sulla situazione attuale libica, sullo scontro politico e militare soprattutto in Tripolitania, che sta già avendo un effetto sull'aumento dei flussi migratori irregolari nella rotta del Mediterraneo centrale e che potrebbe avere conseguenze anche per la sicurezza interna europea". Proprio il titolare della Farnesina, con gli omologhi di Francia, Grecia e Malta, ha richiesto che il Consiglio Affari esteri di ieri affrontasse l'emergenza Libia e lo ha fatto prima dello scoppio della crisi tra Israele e Iran. Nel punto sul Medio Oriente sono stati posti 3 obiettivi, per mobilitare i Paesi europei: necessità di un sostegno più forte al "cessate il fuoco"; necessità di una nuova azione Ue per rilanciare il processo politico sotto egida Onu (puntando sulla mediazione della Rappresentante Speciale Onu Tetteh); contrasto all'accresciuta influenza russa.
"Stiamo aiutando l'Ue - spiega il vicepremier- a mettere a fuoco la situazione interna libica, con gli scontri degli ultimi mesi, affinché l'Unione la gestisca in maniera unitaria, come un problema europeo. La strategia del governo si basa su un approccio coordinato: in pochi giorni il tema è stato posto all'attenzione dei ministri dell'Interno e degli Esteri della Ue". Sempre Tajani, infatti, aveva già imposto il tema ai ministri degli Interni dell'Ue il 12 giugno, con il ministro Piantedosi.
Il ministro insiste che è "fondamentale un dialogo con Israele"
e che la posizione italiana si differenzia da quella spagnola. "Grazie a questo dialogo, siamo riusciti a portare in Italia quasi 1000 fuoriusciti da Gaza. Con Egitto e Oman siamo il Paese che ha accolto più palestinesi".