Il ministro sfida i ribelli dell'orale. "Chi lo boicotta sarà bocciato"

Valditara e il rifiuto di sostenere l'esame: "Andrà ripetuto l'anno"

Il ministro sfida i ribelli dell'orale. "Chi lo boicotta sarà bocciato"
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Eh no, cari ragazzi. Quella di fare scena muta all'orale della maturità non può diventare una moda. D'accordo che nella vostra idea del mondo di 18enni quel "silenzio per scelta" suona come un grande atto di protesta anti sistema, dove (un po' alla sessantottina) il diploma è un diritto ma i voti una discriminazione. D'accordo che una prova di coraggio del genere davanti alla commissione d'esame attonita vi fa sentire obbiettori-eroi. Ma la maturità - quella vera - è un altra cosa. Ci arriverete col tempo.

Nel frattempo, il ministero dell'Istruzione stoppa ogni tentazione dei maturandi. Il ministro Giuseppe Valditara assicura che la riforma dell'esame (che non si chiamerà più di Stato ma semplicemente Maturità) contemplerà il fatto che se un ragazzo non si presenta all'orale o volontariamente decide di non rispondere alle domande dei docenti, non perché non è preparato, ma perché vuole "boicottare" la prova, dovrà ripetere l'anno.

Proprio ieri una studentessa liceale di Belluno si è rifiutata di sostenere il colloqui alla maturità: è il secondo caso in Veneto dopo quello dello studente del liceo scientifico Fermi di Padova, Gianmaria Favaretto, 19 anni, che pur non sostenendo l'orale, ha ottenuto comunque il diploma perché aveva già superato la sufficienza grazie ai voti dei crediti dell'ultimo triennio.

Anche in questo caso, ha spiegato la studentessa 19enne Maddalena Bianchi, la scelta è stata presa per protestare contro "i meccanismi di valutazione scolastici, l'eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente". Dalla parte di Maddalena e di Gianmaria scendono in campo gli studenti della Rete. "È una protesta giusta, lo abbiamo detto tante volte, l'esame va ripensato" sostiene Bianca Piergentili, che è la coordinatrice del movimento studentesco. Il mondo degli adulti, invece, si divide. I presidi di DirigentiScuola, con il vicepresidente Alberto Mugnai, osservano che il gesto "solleva non pochi interrogativi" dal momento che evidenzia "un disagio vissuto quotidianamente da molti studenti pressati da eccessive aspettative. Se da un lato riteniamo che a un esame pubblico sia necessario mantenere un comportamento rispettoso e responsabile, e che sia legittimo attendersi serietà da tutti i candidati, d'altra parte sarebbe superficiale ridurre questi gesti di dissenso civile a semplici mancanze di rispetto. È una richiesta di attenzione". Diversa l'opinione di Mario Rusconi, presidente di Anp Roma, secondo il quale "questi ragazzi che si sono sottratti alla prova orale hanno fatto un gesto folcloristico a livello mediatico, il loro è stato un modo per mettersi in evidenza. Molti usano Instagram o altri social, loro hanno scelto una forma più originale". Anche per lui la maturità, se non abolita, andrebbe però ripensata. Secondo Ornella Cuzzupi, segretario Ugl Scuola, "nel momento in cui sono previste prove orali e scritte, non è auspicabile che possano esistere diversi modi di valutazione". La propria contrarietà a sostenere le prove, puntualizza, può essere messa agli atti.

E c'è infine chi, come il presidente nazionale Anp, Antonello Giannelli, sollecitava un intervento del ministro Valditara: "Deve essere previsto che sostenere il colloquio è insostituibile, chi si rifiuta di sostenere l'esame orale non deve poter superare l'esame, serve una modifica delle norme attuali". Quello che poi il ministro ha annunciato.

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