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Ministro ungherese: l'Ue revochi l'immunità alla Salis

Gulyas: "La sua elezione dà un'immagine negativa della democrazia italiana"

Ministro ungherese: l'Ue revochi l'immunità alla Salis
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Sul caso di Ilaria Salis ora l'Ungheria fa sentire la sua voce. A processo a Budapest dal 2023, e ora ai domiciliari, è stata eletta al Parlamento europeo e questo dovrebbe assicurarle l'immunità. Tuttavia, il capo di gabinetto di Viktor Orbán, Gergely Gulyas, ha dichiarato che «l'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità». L'elezione di Salis, a detta di Gulyas, «è un'immagine poco positiva della democrazia italiana» ma anche di «una parte della volontà degli elettori che ha voluto mandare al Parlamento europeo una criminale».

Intanto in Italia la discussione sull'esponente dei centri sociali non si placa. L'euforia delle prime ore di Bonelli e Fratoianni, si è già ridimensionata. A Milano tiene banco il caso dei presunti 90mila euro di debito che avrebbe accumulato per l'occupazione abusiva di un immobile Aler. I suoi legali sostengono di non aver ricevuto alcuna citazione per le occupazioni ma, dal momento che presto avrà uno stipendio da europarlamentare, nel caso in cui il debito venisse confermato si prefigura la richiesta di pignoramento di parte dello stesso. Da Budapest, Salis ha chiesto di essere trasferita, per ragioni di sicurezza, all'ambasciata italiana, in attesa che quanto prima, come dichiarato da suo padre, possa rientrare in Italia. Teme per la sua incolumità dopo le minacce ricevute dagli esponenti dell'estrema destra e sarebbe anche un passaggio intermedio per agevolare il rimpatrio.

Nel caso in cui l'Ungheria non dovesse opporsi all'immunità, per i prossimi 5 anni Salis non avrebbe di che preoccuparsi per il processo in corso a Budapest perché verrebbe sospeso, ma riprenderebbe al termine del mandato, a meno di una riconferma. La stampa estera non sembra vedere di buon occhio la mossa di Avs, stupita dall'elezione di una candidata a processo per tentato omicidio in Ungheria, con due condanne definitive in Italia. «Attivista antifascista, arrestata in Ungheria, vince un seggio nelle Europee e la libertà», è il commento di Publico, testata progressista spagnola. «Nonostante le accuse di tentato omicidio, l'estremista della sinistra italiana entra nel parlamento europeo con i Verdi», titola il tedesco Nius.

Quelli di Salis, tra cui resistenza a pubblico ufficiale, vengono definiti dal'onorevole Piccolotti «solo reati da centro sociale» ma dalla polizia non apprezzano questa

minimizzazione. «Chi ricopre incarichi istituzionali dovrebbe evitare di strizzare l'occhio a chi si bulla dello Stato e dei suoi uomini», è il commento di Domenico Pianese, segretario generale sindacato di Polizia Coisp.

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