Il mistero della morte del "califfo nero"

Sul web e sulle tv rimbalza la notizia: Abu Bakr al Baghdadi è rimasto ferito in un attacco aereo della coalizione

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

Il Califfo è ferito, forse addirittura morto. Rimbalza così sui social network una notizia non confermata e non verificabile in maniera indipendente sul terreno, ripresa ieri sera dal network televisivo al Arabiya, secondo cui il leader dello Stato islamico (Isis), Abu Bakr al Baghdadi, è tra le vittime di raid aerei della coalizione guidata dagli Usa in una località tra la Siria e l'Iraq. Secondo la tv al Hadath, del gruppo editoriale panarabo-saudita al Arabiya, nei bombardamenti su alcune postazioni dell'Isis a Qaim, ultima città irachena nella regione occidentale di al Anbar prima dell'ormai svanito confine con la Siria, è stata colpita una sede dello Stato islamico dove era in corso una riunione dei vertici del gruppo jihadista. Fonti dell'amministrazione Obama si limitano ad affermare che gli ultimi raid aerei della coalizione in Iraq hanno colpito un summit di capi di Isis vicino Mosul in Iraq, distruggendo un convoglio di veicoli. Ma allo stesso tempo, le stesse fonti, non confermano che anche il leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi fosse presente al vertice.

Non vi sono comunque prove fotografiche o video della morte o del solo ferimento di al Baghdadi, che nei mesi scorsi si è autoproclamato Califfo e principe dei credenti. Si mostra però «ottimista» il quotidiano israeliano Ynet , secondo il quale fonti tribali hanno riferito ad al-Arabiya che il leader dell'Isil al-Baghdadi è rimasto gravemente ferito e diversi altri membri del gruppo sono rimasti uccisi.

La prima e finora ultima apparizione video di Baghdadi risale all'agosto scorso, quando diresse la preghiera comunitaria musulmana nel venerdì che precedeva il mese del digiuno di Ramadan nella Grande Moschea di Mosul, la seconda città irachena conquistata in giugno dall'Isis. Già nei mesi scorsi si erano rincorse notizie, mai confermate, dell'uccisione o del ferimento di Baghdadi in raid aerei della coalizione arabo-occidentale guidata dagli Stati Uniti.

L'ultima volta, il 6 settembre, era persino apparsa una «foto di Baghdadi morto», raffigurante un volto con gli occhi chiusi molto somigliante a una delle immagini note del leader jihadista. In quel caso, il Pentagono aveva smentito la notizia. I bombardamenti di ieri su Qaim fanno parte della serie di raid condotti nelle ultime 24 ore dagli aerei della coalizione in Iraq settentrionale e nella Siria orientale e settentrionale. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, alcuni bombardamenti hanno preso di mira pozzi petroliferi nella regione orientale di Dayr az Zor al confine con l'Iraq e controllati dall'Isis. Ed è intanto salito a oltre 30 uccisi il bilancio di una raffica di attentati dinamitardi compiuti stasera in diversi quartieri di Baghdad. Fonti della polizia locale precisano che ai 31 uccisi si aggiungono circa 90 feriti caduti in sei differenti esplosioni in cinque quartieri della capitale.

Dal governo iracheno intanto ieri è arrivato il

ringraziamento alla comunità internazionale per la decisione, giudicata un po' «tardiva», di inviare altri consiglieri militari, soprattutto americani, che dovranno aiutare il Paese nella lotta contro lo Stato islamico (Isis).

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica