Mobilitazione per Dell'Utri: "Non deve morire in carcere"

Petizione del quotidiano «Il Tempo» per chiedere la sospensione della pena. L'ex senatore è molto malato

Mobilitazione per Dell'Utri: "Non deve morire in carcere"

Partita la mobilitazione per Marcello Dell'Utri. I recenti appelli della famiglia, dei suoi legali, dei medici e, ultimo ma non meno importante, del Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia, hanno sortito l'effetto sperato. Almeno nell'opinione pubblica. Da ieri, infatti, è iniziata la raccolta firme sponsorizzata dal giornale romano Il Tempo, diretto da Gian Marco Chiocci. La campagna ha l'ambizione di ottenere per l'ex manager di Publitalia, e poi parlamentare di Forza Italia, la sospensione della pena per gravi motivi di salute. Tra i tanti che seguono da vicino la vicenda Dell'Utri anche il presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati, Fabrizio Cicchitto (Ap), che ha avuto modo di visitarlo in carcere anche di recente.

«L'ho incontrato a Rebibbia - spiega - dove, nell'occasione, ho anche avuto modo di apprezzare l'umanità e l'intelligenza di chi dirige il carcere e del comandante delle guardie».

Cicchitto racconta che Dell'Utri, per tenere la mente occupata in qualcosa di positivo, si è impegnato a seguire un regolare corso universitario facendo i relativi esami. «È il difficile tentativo - commenta il parlamentare - di preservare un equilibrio fisico e psichico. L'alto livello della sofferenza psichica spesso distrugge le difese immunitarie. Marcello Dell'Utri ha, però, un fisico molto provato, segnato da malattie assai invasive. Se adesso anche il Garante dei detenuti suona il campanello d'allarme recependo l'analisi condotta dal medico delle carceri per il quale c'è un quadro clinico tale da ritenere la sua condizione non compatibile con il regime carcerario, allora questo messaggio va raccolto da chi di dovere, traendone le conseguenze. Non si può scherzare con la vita delle persone». Insomma la sua cardiopatia ischemica cronica non dovrebbe essere considerata, spiegano i sostenitori della sospensione della pena, compatibile con il regime carcerario. Come, tra l'altro, sostenuto appena un anno fa dal Tribunale di sorveglianza di Roma sulla base di una perizia considerata dai consulenti della difesa «affrettata».

In un editoriale uscito ieri sulle pagine del quotidiano romano, lo stesso Cicchitto ha poi aggiunto con tono fermo: «Per quello che ci riguarda non ci lasciamo certo intimidire dal ricatto insieme psicologico, antropologico e culturale che i giustizialisti esercitano con estrema durezza e sempre con due pesi e due misure. Facciamo un esempio preciso: Bompressi, condannato a 22 anni come esecutore materiale dell'assassinio del commissario Calabresi, fu graziato per gravi motivi di salute».

Intanto il parlamentare del Pd Michele Anzaldi ha annunciato che sul caso Dell'Utri presenterà un'interrogazione parlamentare.

«Il magistrato di sorveglianza - ricorda Anzaldi - ha rigettato in via provvisoria l'istanza di sospensione della pena per motivi di salute, rimandando la decisione a un'udienza fissata per il 21 settembre. Chiediamo come già fatto dal Garante dei detenuti del Lazio e da quello nazionale Mauro Palma, che anticipi la decisione prima dell'estate».

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