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Modi bolla le proteste come "magia nera". Ma Rahul Gandhi: "Basta fuorviare il Paese"

Le accuse del premier dopo la manifestazione degli oppositori vestiti di nero

Modi bolla le proteste come "magia nera". Ma Rahul Gandhi: "Basta fuorviare il Paese"

L'uomo politico che aveva proposto di allevare un migliaio di tartarughe carnivore, per ripulire il Gange dai cadaveri, ne ha combinata un'altra. Solo che, in quanto premier dell'India, le parole pronunciate da Narendra Modi hanno un peso, e degli effetti nefasti. Dal 5 agosto, infatti, l'India è in preda a una crisi di nervi, peggiorata dopo l'ennesima «uscita» del capo del governo. Modi, stavolta, ha usato uno stratagemma inedito, rivolgendo la sua retorica contro l'opposizione, e sfruculiando antiche paure per allontanare le polemiche sul suo operato.

Per scacciare le paure reali di milioni di indiani, legate alla crescente inflazione e alla disoccupazione, Modi ha messo in circolo un'altra paura: quella portata in dote dalla magia nera, ancora diffusa nel Paese. Racconti che vanno dal bizzarro all'incredibile che però fanno presa sulle persone, anche se narrano di guarigioni miracolose, rituali occulti, trasformazione di uomini in animali. E a farne le spese, stavolta, è stato il suo principale oppositore, Rahul Gandhi, che su Twitter continua da giorni ad attaccare i modi piuttosto spicci con cui Modi porta avanti piani e propaganda. Il premier ha dunque additato come «untori» e «sciamani» i manifestanti che hanno sfilato vestiti di nero davanti ai palazzi governativi, con i parlamentari di Gandhi a fare da capofila. L'equazione opposizione in nero, con quegli stregoni che ancora praticano la magia nera non ha riscontri. Ma è bastato il dito puntato per le reazioni. Politica e magia sullo stesso piatto e allerta diffusa sul partito di opposizione e su molti dei suoi seguaci. Rei di aver organizzato una marcia di protesta dal Parlamento contro l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, in molti nelle strade e sui social hanno cominciato a bersagliare di insulti il clan politico di Gandhi. Che su Twitter ha sbottato contro il premier, provando a sbugiardarlo: «Primo Ministro, non vede l'aumento dei prezzi? La disoccupazione non è visibile? La smetta di svilire la sua carica e di fuorviare il Paese parlando di vecchie superstizioni come la magia nera per nascondere le sue azioni nere», ha scritto Gandhi in un tweet in hindi. Modi, induista fervente, non ha ritrattato. Anzi, è solo l'ultimo tassello di una strategia precisa e senza scrupoli.

Pur senza citarli, il premier, ha duramente criticato gli esponenti del partito di opposizione che hanno manifestato contro l'aumento dei prezzi del riso. «Qualcuno sta cercando di diffondere la magia nera», ha ripetuto Modi. «Queste persone pensano che indossando abiti neri possano nascondere la loro insignificanza, non capiscono che la stregoneria, la magia nera e la superstizione non aiutano a riconquistare il consenso». La replica di Gandhi: «Modi dovrebbe essere serio e dare risposte sui problemi del Paese, sta cercando di intimidirci, ma non ci fermerà».

Il presidente del Partito del Congresso aveva già subito un affronto: l'ED, l'Agenzia del Fisco indiana, ha fatto irruzione negli uffici della sezione giovanile del movimento e posto i sigilli con centinaia di poliziotti che circondavano il suo quartier generale e la residenza di Sonia Gandhi. «Ci accusano di frodi fiscali», ha spiegato Gandhi, «ma è un pretesto». In attesa di capire da che parte si posizionerà l'India nel grande gioco geopolitico che vede contrapposte democrazie e autarchie, il Paese vive da giorni sull'altalena di paure vecchie e nuove. Quelle legate all'inflazione, alla disoccupazione e ora anche alla magia nera.

Tutto nei giorni del 75esimo anniversario dell'indipendenza dell'India.

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