"Mosca-Kiev pace impossibile". Trump sposta i Patriot da Israele

Lo scetticismo della Casa Bianca sul negoziato: "C'è un odio tremendo tra Putin e Zelensky". I russi bombardano ancora la capitale. L'ira ucraina: "Attacchi cinici"

"Mosca-Kiev pace impossibile". Trump sposta i Patriot da Israele
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Se è vero che grazie al sistema di difesa Arrow 3, tecnologicamente avanzatissimo, Israele possiede uno strumento deterrente contro ogni forma di minaccia dal cielo, è altrettanto acclarato che gli Stati Uniti stanno privando Netanyahu di alcuni apparati Patriot che verranno inviati a breve in Ucraina. Le manovre strategiche di Washington sembrano lasciare intendere che le difficoltà nell'allestire un tavolo negoziale con Mosca e Kiev potrebbero addirittura diventare insormontabili, e non è un caso che proprio ieri Donald Trump abbia ammesso che la pace tra Russia e Ucraina sia sempre più lontana. «C'è un odio tremendo tra Putin e Zelensky. Stanno combattendo duramente da tre anni. Forse non sarà possibile trovare un accordo», rivela il tycoon a Nbc News. Persino l'Unione europea appare in questo momento scettica, tant'è che a Bruxelles si sta discutendo di spostare altri Patriot (ora dislocati in Grecia e in Germania) a Kiev.

La giornata di ieri è stata caratterizzata soprattutto da scambi di accuse tra il presidente russo e quello ucraino. Putin, in attesa della visita di Xi Jinping dal mercoledì fino al 10 maggio, mostra i muscoli dichiarando che «la Russia ha abbastanza forze e mezzi per vincere in Ucraina e, auspicabilmente, senza usare armi nucleari. Porteremo a termine ciò che abbiamo iniziato nel 2022. Nel Donbass volevamo la pace, Kiev no». Lo dice nel corso di un'intervista-documentario registrato domenica in occasione del 25° anniversario del suo insediamento al Cremlino, e che verrà trasmesso in prima serata dal principale canale tv Russia 1.

Putin ha anche sottolineato che «l'Occidente è impegnato in una guerra esistenziale contro la Russia, e ha preparato Kiev allo scontro con noi», ma vede persino una «futura riconciliazione con l'Ucraina. È solo una questione di tempo, mi sembra inevitabile, malgrado la tragedia che stiamo vivendo adesso». Una riconciliazione che Zelensky crede impossibile, pur non perdendo la speranza di una tregua, non certo quella a suo dire «farsa» dei tre giorni: «Siamo pronti a passare a un cessate il fuoco in qualsiasi momento se la Russia è pronta a fare altrettanto. Un silenzio prolungato per almeno un mese, questo è un periodo di tempo onesto in cui possiamo preparare i prossimi passi. Purtroppo Mosca si sta dimostrando cinica: chiede la tregua per le vacanze mentre ci colpisce ogni giorno. Putin non dovrebbe far sfilare i carri armati sulla Piazza Rossa, ma pensare alla fine della guerra», afferma da Praga, dove ha incontrato il presidente Petr Pavel, principale promotore dell'iniziativa internazionale che da più di un anno raccoglie munizioni di artiglieria sul mercato per fornirle all'esercito ucraino. Ne arriveranno altre due milioni entro la fine di luglio. E Zelensky non smette di sognare l'ingresso nell'Ue, ma denuncia che «alcuni leader europei stanno bloccando i negoziati per l'adesione».

Nel 1.166° giorno di scontri un blitz aereo russo su Kiev ha provocato un morto e due feriti nel quartiere di Obolonsky. L'aeronautica militare ucraina rivendica di aver colpito un importante posto di comando russo vicino a Bakhmut (Donetsk) e distrutto una fabbrica di apparecchiature elettriche nel Bryansk. Mentre sarebbero ben due i caccia russi Sukhoi Su-30 abbattuti da droni marini Magura V7 sul Mar Nero in meno di 24 ore.

Negli attacchi di Mosca del pomeriggio su Kharkiv, Dnipropetrovsk e Sumy sono morti quattro civili e risultano tre bambini

feriti (l'Unicef chiede una tregua). Nel Kursk le sacche di resistenza di Kiev stanno avendo la peggio a Gornal. La cupola della chiesa dell'Annunciazione di Jasnye Zori (Belgorod) è stata danneggiata da un drone ucraino.

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