Mosca: nuove basi a Ovest. E taglia il gas alla Finlandia

Putin replica a Nato allargata e sanzioni: esercito ai confini e stop a tecnologie e prodotti stranieri

Mosca: nuove basi a Ovest. E taglia il gas alla Finlandia

Lettere da Mosca. E non esattamente d'amore. L'impressione è che Vladimir Putin, dopo settimane di difficoltà personali e militari, si prepari a una nuova fase di vigore aggressivo nella sua ossessione ucraina. Ieri ha recapitato a Kiev e ai suoi alleati (che lui considera dei badanti) diversi messaggi piuttosto minacciosi.

Il primo e più importante è strategico, di campo. Mosca ha annunciato che insedierà nuove basi militari nell'Ovest della Russia per contrastare l'espansione della Nato a Est, e quindi nei pressi dei loro confini. Si tratta di una perfetta manifestazione della «dottrina Putin», che vive come una minaccia alla propria stessa esistenza l'«annessione» politica e militare al campo occidentale di quella che considera la sua zona di sicurezza, che corrisponde più o meno agli ex stati sovietici e ai Paesi del blocco di Varsavia. Per questo il ministro della Difesa Sergei Shoigu parla di «contromisure adeguate» all'imminente ingresso nella nato di Finlandia e Svezia.

E a proposito dei Paesi nordici, ecco il secondo messaggiaccio. Rivolto in questo caso a Helsinki. Dalle 7 di oggi, sabato, le importazioni di gas naturale dalla Russia in Finlandia verranno interrotte. Ad annunciarlo in una nota la compagnia energetica finlandese Gasum dopo essere stata avvertita della decisione di Gazprom. «Ci siamo preparati con cura a questa situazione e saremo in grado di fornire gas a tutti i nostri clienti nei prossimi mesi», assicura il ceo di Gasum, Mika Wiljanen, che definisce la decisione russa «deplorevole». La società riferisce che continuerà a servire i clienti «durante tutta la stagione da altre fonti, attraverso il gasdotto BalticConnector».

La terza intimidazione è più «cyber», ma sappiamo che è anche sul fronte tecnologico che si combatte la guerra. Qui è Putin in persona a esporsi, parlando al Consiglio di sicurezza nazionale di un numero crescente di attacchi informatici contro la Russia a opera di «strutture statali» straniere. «Vengono compiuti tentativi mirati di disabilitare le risorse Internet dell'infrastruttura informativa della Russia», sentenza Putin, che annuncia che «in Russia sarà vietato utilizzare sistemi stranieri per la protezione delle informazioni a partire dal 2025». Una controsanzione in piena regola.

C'è fibrillazione insomma al Cremlino. Le défaillance militari e la perdota di molta autostima lasciano il segno e spingono Mosca a reagire. Lunedì Putin incontrerà a Sochi in un bilaterale il suo unico alleato dichiarato, il leader della Bielorussia Aleksander Lukashenko. L'esercito russo annuncia anche di essere sul chi va là per il possibile invio di missili antinave americani Harpoon all'Ucraina, adottando misure appropriate a scopo preventivo. «Non c'è niente di nuovo - dice il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov -. Il nostro esercito sta monitorando molto attentamente tutte queste consegne e sta lavorando preventivamente a questo riguardo. Si stanno prendendo le misure appropriate». Altra minaccia.

Come quella del vicepreisdnete del consiglio di sicurezza Mnitry Medvedev a proposito della «mlaedette sanzioni» volute dai Paesi alleati di Kiev: «I Paesi che importano il nostro grano e altri prodotti alimentari avranno tempi molto difficili in assenza delle forniture russe» ma «hanno solo loro da incolpare».

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