Motore in fiamme, l'aereo si schianta fra i palazzi. Evitata l'ecatombe

Guasto a 11 minuti dal decollo da Linate, il monoelica si abbatte su un edificio vuoto a San Donato, a due passi dalla metropolitana. Morti gli 8 passeggeri. I testimoni: "Un sibilo, la picchiata e poi il boato"

Motore in fiamme, l'aereo si schianta fra i palazzi. Evitata l'ecatombe

Per una tragedia che ha ucciso otto persone (tra cui un bimbo di un anno) ci sono almeno due circostanze che ieri hanno evitato un numero senz'altro molto più elevato di vittime. Va precisato subito infatti che il piper Pilatus Pc-12 monoelica - l'aereo privato appena decollato da Linate (13.04) con otto persone a bordo e costretto quasi subito a virare per far ritorno allo scalo milanese quando il pilota e proprietario dell'apparecchio si è accorto di avere un motore in fiamme - non solo ha evitato stabili abitati, precipitando a San Donato Milanese (periferia sud est di Milano) su una palazzina, unica tra le tante, in ristrutturazione e quindi vuota, andata poi a fuoco con il velivolo. Una congiuntura questa, alla quale se ne aggiunge almeno un'altra non meno inquietante: in strada, al momento dello schianto, non passava nessuno, ne mezzi ne persone. Senza dimenticare che, a 50 metri da dove è avvenuta la tragedia, ci sono un parcheggio multipiano e la fermata del capolinea della linea gialla, «San Donato» appunto.

Detto questo rimane il dramma di una famiglia e dei loro amici scomparsi in questo tragico incidente di volo. L'aereo era pilotato dal proprietario Dan Petrescu, 68 anni, un immobiliarista considerato tra gli uomini più ricchi della Romania, con cittadinanza tedesca e romena, arrivato tre giorni prima, il 30 ottobre, a Milano da Bucarest con la moglie e il figlio 30enne, Dan Stefan Petrescu, un ricercatore che abitava in Canada. Un gruppo di turisti che ieri avevano scelto come prossima tappa delle loro vacanze italiane la Sardegna ed erano partiti per Olbia dove possiedono una villa in cui abita la madre del capofamiglia, una 98enne. Un nucleo familiare, quindi, che viaggiava con altri cinque amici, tra cui una 65enne, una coppia molto più giovane, con un bambino, legata al giovane Petrescu e un altro amico.

Undici minuti dopo il decollo e appena sorvolata - come da prassi per chi è diretto verso sud - la zona dell'Idroscalo e dello scalo merci di Segrate - un motore del velivolo prende fuoco. Il vecchio Petrescu, che lo pilota, se ne accorge immediatamente e si prodiga in una serie di manovre di emergenza che purtroppo si risolveranno in una caduta in picchiata dell'apparecchio conclusasi tragicamente in quello che i vigili del fuoco definiranno più tardi un «impatto devastante», contro una palazzina vuota alla periferia di San Donato Milanese e al confine con il comune di Milano. Lo schianto del piper, macabra coincidenza, avviene all'angolo tra via Marignano e via 8 ottobre 2001, data della strage aerea di Linate, la più grave tragedia della nostra aviazione civile e di cui venerdì ricorre il ventesimo anniversario.

L'allarme scatta subito anche perché il boato dello schianto, ma prima ancora il ronzio fortissimo del piper che precipita, viene sentito anche a lunga distanza rispetto al luogo dell'accaduto. Franco Bazzi, un testimone di 53 anni che abita a San Donato Milanese, racconta: «Ho alzato la testa, l'aereo volava bassissimo e con il motore in fiamme, l'ho visto e subito è precipitato (verranno calcolati 16 secondi tra il guasto e lo schianto, ndr), ma prima di notarlo avevo sentito il motore in avaria. Ho capito subito che le vittime potevano essere solo le persone a bordo: in quella palazzina stanno costruendo una stazione degli autobus, gli operai ci sono solo dal lunedì al venerdì».

L'elisoccorso, le cinque ambulanze e l'auto medica giungono sul posto insieme ai mezzi dei vigili del fuoco del comando provinciale di Milano e ai poliziotti della questura. I residenti accorrono, presi dal panico, ma le fiamme e il fumo si sprigionano violente e vengono fatti allontanare o comunque tenuti a debita distanza. «I resti umani sono sparsi in tutta l'area, le operazioni dei riconoscimento sono tragiche» racconta turbato un pompiere.

«Il volo dell'aereo è stato seguito fino a un certo punto, quindi è apparsa un'anomalia sulle tracce radar. L'aereo è poi precipitato» spiega, annunciando anche il ritrovamento della scatola nera e l'apertura di un fascicolo per disastro colposo, il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano. Che aggiunge: «Non risulta un allarme da bordo, ma un'anomalia è stata segnalata dalla torre.

Ora bisogna verificare di che cosa si tratta». L'aeroporto di Linate riapre mezz'ora dopo la tragedia e nello scalo viene allestito un hangar per i parenti delle vittime. Intanto Ansv (l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo) apre un'inchiesta di sicurezza.

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