Milano - L'istituto senese continua a essere la sorvegliata speciale del sistema anche in vista dei prossimi stress test il cui verdetto sarà reso noto fra luglio e agosto, mentre gli italiani saranno al mare.
In sostanza, a Siena la Bce ha chiesto il «rispetto di determinati requisiti relativi, in particolare, ai crediti deteriorati». Tali requisiti - precisa Mps - sono indicati in una bozza di decisione, in merito alla quale è stata data la possibilità alla banca di presentare le proprie argomentazioni a riguardo entro l'8 luglio. Tale bozza comprende una tabella secondo cui la banca è tenuta alla riduzione dei non performing loans nel prossimo triennio e al raggiungimento dei parametri indicati. I target? Dagli attuali 46,9 miliardi (2015) a massimo 43,4 miliardi nel 2016, 38,9 miliardi nel 2017 e 32,6 miliardi nel 2018. Per l'esposizione netta, la parabola di discesa prevede che da 24,2 miliardi si vada a 21,8 miliardi nel 2016, 18,4 miliardi nel 2017 e 14,6 alla fine del triennio.
I parametri «sono in linea con gli obiettivi di un programma di specifiche azioni, recentemente approvato dai competenti organi di Mps e contestualmente sottoposto alle valutazioni della Bce, finalizzato all'incremento dell'importo delle dismissioni di non performing loans già previsto nel piano industriale 2016/2018», hanno spiegato da Siena. Ma le rassicurazioni non hanno frenato il crollo dei titoli in Piazza Affari: -13,99% a 0,329 euro. Negli ultimi sei mesi il tonfo è stato del 73,3%, nell'ultimo anno di quasi l'82 per cento. Con il risultato che il Monte in Borsa vale meno di un miliardo (per comprare Antonveneta nel 2007 ne aveva spesi più di nove): ora capitalizza quasi 965 milioni. Eppure è l'unica banca italiana ad avere ricevuto aiuti pubblici (prima i Tremonti e poi i Monti bond) senza dimenticare che negli ultimi tre anni tre anni Mps ha fatto due aumenti di capitale per otto miliardi totali, dopo i tre miliardi chiesti al mercato nel 2011.
Nel frattempo, sul fronte giudiziario, è slittata al 19 settembre la decisione del gup di Milano Livio Cristofano sulla richiesta di patteggiamento (per una sanzione di 600mila euro e una confisca di 10 milioni) presentata dal Monte per le vicende con al centro le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico. Lo stesso giorno il giudice deciderà anche se mandare a processo o meno 17 persone (fisiche e giuridiche) tra cui gli ex vertici di Mps, Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri. Stando alle indagini dei pm di Milano, attraverso le quattro operazioni al centro del procedimento sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente.
E sempre secondo l'accusa, Mps non avrebbe adottato le procedure per evitare che gli allora vertici, tra il 2009 e il 2012, commettessero i reati di false comunicazioni sociali, abuso di mercato e ostacolo alla vigilanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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